Che la crisi economica attanaglia il nostro Paese si sapeva. Ma stavolta a dipingere la grave situazione in cui si trovano a vivere gli italiani è Save the Children. Al centro delle indagini dell’organizzazione mondiale che dal 1919 lavora in 119 Stati per migliorare la vita dei bambini, questa volta non è il Terzo Mondo, ma il Bel Paese.
In occasione del lancio della campagna Allarme infanzia e dell’uscita del dossier L’isola che non sarà, che sarà diffuso insieme all’indagine Le paure per il futuro dei ragazzi e genitori italiani, Save the Children ha fatto un’analisi di quelle che sono considerate quattro ruberie ai danni dei giovani.
Tra queste – oltre al taglio dei fondi per minori e famiglia, la mancanza di risorse indispensabili per una vita dignitosa e il furto di lavoro – il furto d’istruzione. Fino al 5 giugno, infatti, Save the Children denuncerà il grave disagio che si troveranno a vivere le giovani generazioni e chiederà alle istituzioni di scendere in campo per dar vita a interventi in favore del capitale umano preso in esame.
È, infatti, pari al 31% il numero di padri e madri che riferiscono di non poter pagare l’Università dei figli. Cifra che si traduce in un milione e mezzo di giovani senza il necessario per studiare. Questi ultimi, secondo il 22% degli intervistati, si trovano così costretti a cercare un lavoro per contribuire alle spese. Il 9% afferma di dover ricorrere ad un prestito. E nella classifica di Save the Children, l‘Italia si trova al ventiduesimo posto per percentuale di giovani con basso livello d’istruzione e all’ultimo per tasso di laureati.
«È un vero e proprio furto di futuro quello che si sta consumando in Italia ai danni dei bambini, adolescenti e giovani – denuncia l’organizzazione – La povertà nelle sue varie forme, sociale, economica, d’istruzione, di lavoro, li sta colpendo come non mai, derubandoli di prospettive ed opportunità. E con il futuro di chi è giovane oggi, si sta disintegrando il futuro dell’Italia tutta».
E il bilancio risulta ancora più tragico se si pensa che rispetto all’Italia stanno peggio solo i giovani di Grecia e Bulgaria.
Oggi in Italia possono andare all’università solo i figli dei mafiosi, solo loro sono pieni di soldi. Alla prossima generazione li vedremo tutti in Parlamento perchè non avranno più bisogno di referenti; ed avranno così occupato lo Stato come d’altronde era il programma mafioso. Magari li vedremo anche prefetti e magistrati se non si impedisce per legge che tutto questo avvenga. Per fare il semplice carabiniere la legge esiste!!!!!