La pandemia che stiamo affrontando da diversi mesi, con tutte le peculiarità che la caratterizzano, pare sia stata “profetizzata” nel 2012 da una sensitiva Americana, Sylvia Browne, nel suo libro “Profezie. Che cosa ci riserva il futuro” (in inglese End of the Days).
Chi era Sylvia Browne
Sylvia Browne era una sensitiva proveniente da una famiglia di medium. Un personaggio controverso e spesso al centro del dibattito che ha raggiunto il successo grazie alle sue straordinarie esperienze medianiche, avute sin da quando era bambina.
La sensitiva è tuttora molto celebre in America e i suoi libri sono dei bestseller tradotti in tutto il mondo.
La Browne ha anche fondato una chiesa sincretista in California (la Society of Novus Spiritus) e partecipato come consulente per polizia e FBI a oltre 100 casi di sparizione e omicidi.
Nel 2012, un anno prima di morire, ha scritto insieme a Lindsay Harrison Profezie (in inglese End of Days), un libro dal sottotitolo “Che cosa ci riserva il futuro“.
Ed è proprio guardando nel futuro che l’autrice ha previsto, tra le altre cose, un’epidemia che tanto sembra ricordare l’attuale Coronavirus.
Il contenuto della profezia
Nel libro in questione, acquistabile in Liberia o in formato e-book in vari siti on line, si legge:
“Entro il 2020 gireremo con mascherine e guanti per via di un’epidemia di polmonite. Mascherine chirurgiche, guanti di gomma e una patologia che attacca i canali bronchiali e sembra refrattaria a ogni tipo di cura“.
Nelle parole di Sylvia Browne si possono leggere richiami a eventi e fatti sfortunatamente attuali.
La sensitiva ha aggiunto che: “dopo aver provocato un inverno di panico assoluto, quasi in maniera più sconcertante della malattia stessa, improvvisamente svanirà con la stessa velocità con cui è arrivata, tornerà all’attacco nuovamente dopo dieci anni, e poi scomparirà completamente”.
In questi mesi di emergenza, lettori e siti di tutto il mondo, stanno rileggendo le parole di Browne per capire la possibile fondatezza della profezia.
La profezia è stata oggetto di diversi articoli da marzo ad oggi. E’ circola anche in formato catena su WhatsApp .
Il successo di questa profezia sta probabilmente nel solito meccanismo secondo cui, di fronte a un grande evento che preoccupa e mette ansia, rassicura sapere che qualcuno lo aveva già “previsto”. Ma un altro motivo del successo riscosso da questa predizione risiede, probabilmente, anche sulla nota di speranza finale, quella sparizione improvvisa che ci lascia ben sperare per il futuro.
L’opinione dei detrattori della Browne
Molti detrattori della Browne parlano di predizione molto vaga, di cattiva traduzione dall’inglese all’italiano e dicono che è probabile che l’idea della “sparizione improvvisa” della malattia sia stata ispirata dall’andamento della SARS, che dopo aver provocato il panico per alcuni mesi tra aprile e luglio del 2003 fu poi contenuta e non diede luogo a una pandemia.
Già, perché la tecnica della Browne, secondo chi la critica, è quella di fare tante predizioni una in fila all’altra, possibilmente ispirate a episodi già accaduti, fatte tirando un po’ a casaccio su tanti argomenti diversi. E poi molta enfasi sulle profezie azzeccate, e un colpo di spugna su quelle, numerosissime, scorrette. In gergo tecnico, si tratta di cherry-picking, ossia della scelta dei dati a supporto di una tesi, tralasciando tutti quelli che vanno in senso contrario.
Ma perché non crederci!?!
Qualunque sia l’opinione in merito, è sempre intrigante e sorprendente pensare che quello che ci accade sia parte di un disegno, di qualcosa di prestabilito, che qualcuno aveva già predetto. Ci fa sentire al sicuro, ci da una sorta di senso di rassegnazione (o speranza?), che ci porta a credere che anche gli episodi più negativi accadono per una ragione.
Non sappiamo cosa di preciso aveva portato la Browne a scrivere quella profezie, non sappiamo se fosse una ciarlatana o una donna dai poteri sovrannaturali, ne sappiamo chi le abbia suggerito la profezia in questione.
Non possiamo nemmeno chiederle ulteriori spiegazioni, visto che ormai da 8 anni è morta. Ma possiamo aggrapparci alla parte ottimista della sua “predizione”, e sperare che questa pandemia sparirà, presto, restituendoci le nostre vite e la nostra quotidianità. Già abbastanza difficile e complessa anche prima della pandemia.