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Senza riscaldamenti e con le finestre aperte: a Palermo gli studenti affrontano il gelo


Il ritorno in classe, con la zona gialla, per gli studenti siciliani delle superiori è ormai avvenuto da una settimana, mentre per le medie e le elementari da 15 giorni. Ma già si vengono a presentare tanti problemi, tra le varie e particolari varianti (inglese e africana) e mancanza di un sistema di riscaldamento.

Proprio per il consiglio dato dai virologi di tenere le finestre aperte contro il contagio da Sars-Cov2, nel palermitano il gelo in queste ore si fa sentire ancora di più. Allora i ragazzi hanno iniziato a portare con se plaid, cappelli, guanti, sciarpe. Tutto pur di proteggersi dal freddo mattutino. L’obiettivo è non beccarsi un raffreddore, che potrebbe essere preso e scambiato per Covid-19.

La situazione dei riscaldamenti nelle scuole palermitane è un problema già presente da prima della pandemia. Adesso si è solo accentuato, con l’aggravante delle rigide temperature recenti.

Le classi che hanno i riscaldamenti non li potranno lo stesso usare

Per quei pochi istituti che invece hanno i riscaldamenti a scuola, non è lo stesso possibile utilizzarli perché contaminerebbero l’aria. E tutto ciò diventerebbe sfavorevole all’anti-contagio. Per questa ragione, l’Amg, ha comunicato la non attivazione dei sistemi cosiddetti “a tutt’aria con ricircolo”, se non dietro esplicita richiesta dei presidi e quindi sotto la loro responsabilità. L’ennesima in questo anno di pandemia.

Anche i rappresentanti dei vari ordini e gradi delle scuole stanno cercando di migliorare la situazione. A Repubblica il rappresentante degli studenti del liceo classico Vittorio Emanuele II, Gregorio Ciranno, ha dichiarato: “Le temperature massime sono di 8 gradi. La situazione non è sostenibile. Gli studenti ogni anno sono costretti a stare con la coperta sulle ginocchia. E quest’anno con il Covid e le finestre aperte è ancora peggio“.        


La vita è troppo breve per fare questa cosa

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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”