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Sgarbi su Greta Beccaglia: “Le donne mi toccano il gluteo, i gay i testicoli: non ho mai detto niente”


“È un gesto da scemo, dotato di una gravità ludica che andrebbe però rovesciata, chiedendosi: cosa sarebbe accaduto se fosse stata una donna a toccare il culo a un maschio?“. È questa la domanda che Vittorio Sgarbi si è posto provocatoriamente dopo il caso Greta Beccaglia, la giornalista di Toscana Tv molestata fuori lo stadio, sabato 27 novembre, dopo la partita Empoli-Firenze.

Un tifoso, ora accusato di violenza sessuale, le ha palpato il sedere mentre svolgeva il suo racconto dallo stadio, in collegamento con lo studio. Il critico d’arte ha affrontato il tema su una trasmissione di Rete 4. “Oggi sono stato insistentemente toccato da due donne che mi hanno sfiorato il culo e non ho denunciato“, ha detto Sgarbi in collegato.

E ha aggiunto: “Gli omosessuali che incontro mi toccano sempre le palle e non ho mai detto niente. E se un omosessuale mi tocca le palle lo prendo per una battuta e mi capita sempre. Una donna può stare al gioco, oppure può denunciare ed essere risarcita con 1000 euro. Fai una multa contro la maleducazione, non parli di violenza sessuale. Non è violenza, non è violenza, non è violenza”.


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Le parole di Sgarbi sul caso Greta Beccaglia

Invece in un’intervista rilasciata a Libero, Sgarbi continua: “Mi domando: cosa c’entrano il sesso e la violenza con una toccata di culo? Parliamo di un gesto maleducato, esecrabile, ma le violenze sessuali hanno a che fare con atti sessuali. In questo caso è solo una volgarità“. E ancora: “Senza considerare il fatto che, continuando a demonizzarlo, si rischia di farne una vittima”.

Sgarbi non giustifica il gesto tantomeno il tifoso, sul conduttore del programma però – sospeso temporaneamente e messo alla gogna mediatica per aver minimizzato quanto accaduto, in diretta – non transige: “Il conduttore ha usato il buon senso, cercando di sdrammatizzare. Magari poteva dire pubblicamente: ‘Quell’uomo è stato molto maleducato, va denunciato’. Ma non facciamone il complice di una molestia”.


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