Basta un piccolo servizio in cui si racconta il lavoro per essere licenziati senza alcun preavviso. Questa volta è capitato a un giovane archeologo di nome Niccolò Daviddi “Sono bastate due ore di circolazione della mia intervista per perdere il lavoro. I miei capi hanno visto il servizio di Agorà e in meno di 120 minuti mi hanno rimosso dalla chat Whatsapp”.
“Attraverso quella chat ogni giorno vengono assegnati i cantieri del giorno dopo.- racconta alla Stampa- E così, dopo anni di studio, ora non ho più un lavoro”. Anche se il ragazzo ha specificato di non aver parlato della sua azienda, ma in generale del mondo dell’Archeologia, spesso ricco di insidie e sfruttamenti. “Il servizio è stato pubblicato su un gruppo Facebook molto frequentato da archeologi e da lì lo hanno visto anche i miei datori di lavoro. Che in due ore mi hanno licenziato”.
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E prosegue l’archeologo sempre al quotidiano La Stampa: “In un anno non ho mai avuto problemi. Sono sempre stato molto attivo sulla chat di lavoro e mi sono sempre stati assegnati con regolarità i lavori e le mansioni”.
Niccolò ha 32 anni ed è nato a Firenze. Ha ottenuto una laurea triennale e specialistica in archeologia conseguita all’Università di Firenze e un dottorato, che terminerà a marzo 2023 . Come tanti, oltre a studiare, lavora –o meglio: lavorava fino a qualche giorno fa per una società che si occupa di archeologia preventiva. Ma è bastata una semplice dichiarazione per essere addirittura licenziato.