L’Accademia di Belle Arti di Catania introduce il congedo mestruale, sull’esempio della Spagna. Prima in Italia ad avviare la sperimentazione fra le 145 istituzioni accademiche e universitarie del sistema di Alta formazione artistica, musicale e coreutica del ministero dell’Università e della ricerca. Nei giorni del ciclo l’assenza è giustificata per le studentesse, le docenti possono lavorare in Dad per lezioni e incontri, le colleghe dell’area amministrativa usufruiscono di una giornata di smart working in più rispetto al contratto.
Per molte donne le mestruazioni sono causa di dolori invalidanti. Mentre la Spagna introduce un congedo dal lavoro sovvenzionato dallo Stato, l’Italia resta indietro in materia di diritti civili e sociali e manca ancora una legge sul congedo. L’Accademia di Catania lo fa in autonomia. “È una grande vittoria – dicono le lavoratrici – non si tratta di giorni di vacanza, sono giorni particolari in cui abbiamo la possibilità di continuare a svolgere il nostro lavoro in condizioni di tranquillità e comfort restando a casa”.
C’è di più: l’accademia ha da poco approvato i bagni “no gender”. Nei servizi igienici è sparita la divisione uomo-donna ed è stata posta una nuova segnaletica con un pittogramma neutro, progettato dalla scuola di Design della comunicazione visiva: un simbolo di uguale senza distinzione di sesso.
La decisione è stata presa dai vertici dell’istituzione accademica per tutelare la libertà di chi non si identifica nel genere corrispondente al sesso biologico e decide di scegliere in autonomia la propria identità. L’Accademia catanese ha anche consentito agli studenti, nel rispetto della privacy, di sostituire il proprio nome anagrafico con quello scelto attraverso l’attivazione delle cosiddette carriere alias.
Quarta in Italia per numero di studenti con oltre duemila iscritti, dopo le accademie statali di Milano, Napoli e Roma. Pioniera nelle politiche di genere. “Con l’ampliamento dell’organico – dice il direttore Gianni Latino, promotore dell’iniziativa sul congedo mestruale approvata all’unanimità dal consiglio accademico e dal consiglio di amministrazione – la presenza femminile nella nostra accademia è arrivata al 40 per cento del totale con un picco dell’80 per cento nel comparto amministrativo. Considerando il vuoto normativo sul tema nel nostro Paese, riteniamo che questa nostra decisione sia un atto concreto nella direzione della parità di genere”.
“È una decisione presa nel solco delle politiche inclusive – interviene la presidente del Cda, Lina Scalisi – per dare il nostro contributo al cambiamento della mentalità. Vorremmo che le nuove generazioni siano consapevoli dei diritti collettivi e cresca l’attenzione per il ruolo che le donne hanno, e hanno avuto, nella società”.
Dallo scorso anno l’Accademia di Belle Arti ha anche adottato la settimana corta: un’impostazione didattica pensata per favorire gli studenti fuori sede, il 70 per cento degli iscritti, provenienti dalle province di Messina, Siracusa, Ragusa ed Enna, ma anche da Calabria e Puglia. Ciò incide sui costi di gestione, riducendo le spese per riscaldamento, condizionatori, pulizie e personale.
Una svolta green che dall’anno accademico 2022-23 si articola anche con l’attivazione della raccolta differenziata nelle tre sedi, il contenitore per il recupero dei mozziconi di sigarette da cui ricavare materiale per il compostaggio, e la distribuzione agli allievi di borracce personalizzate con il marchio dell’Accademia da ricaricare nei dispenser di acqua minerale presenti nella sede centrale.