Il divario tra domanda e offerta di lavoro è evidente in Sicilia, è difficile trovare lavoratori in determinati settori nonostante la ricerca.
La Sicilia è caratterizzata da un elevato tasso di disoccupazione. È un compito arduo trovare lavoratori in diversi settori, dai commessi ai camerieri, dagli chef ai muratori, dai camionisti agli addetti alle pulizie. Questa situazione non riguarda solamente lavoratori di bassa qualifica, ma coinvolge anche professionisti come medici, ingegneri e tecnici.
Nonostante alcune eccezioni, l’Isola sembra avere una situazione migliore rispetto ad altre regioni, soprattutto se paragonata al Nord. Tuttavia, in una regione come la Sicilia, dove l’Istat ha recentemente registrato uno dei tassi di occupazione più bassi tra i giovani laureati in Italia e, contemporaneamente, la percentuale più alta di Neet tra gli under 35 (pari al 32%), il paradosso diventa ancora più evidente. Il report della Cgia di Mestre, pubblicato ieri e che conferma questa situazione a livello nazionale, fa rumore soprattutto per questo motivo: mentre la disoccupazione è in aumento, le imprese stanno incontrando sempre più difficoltà nel trovare personale qualificato.
Ecco chi sono i lavoratori più ricercati
Le aziende operanti nei settori del commercio, del turismo, dell’edilizia e dei trasporti sanno bene quanto sia evidente il divario tra la domanda e l’offerta di lavoro nelle nove province siciliane. Secondo i dati dell’Associazione degli Artigiani, elaborati utilizzando i numeri registrati da Excelsior Unioncamere Anpal, questo divario è particolarmente accentuato in questi settori.
Nel dettaglio, nel corso del 2022, su un totale di 24.150 commessi necessari per le vendite, gli imprenditori isolani non sono riusciti a trovare quasi 6.300 candidati, con una difficoltà di reperimento che si attesta al 26%. Nel settore dei camerieri e degli chef, questa percentuale sale al 43%, con 10.000 lavoratori mancanti su una richiesta di 22.830. Gli edili hanno cercato invano oltre 8.000 muratori in più rispetto ai 21.000 richiesti, con un deficit del 9%.
La situazione non è migliore per gli addetti alle pulizie degli uffici e dei negozi, con un deficit del 28%, ovvero 4.250 persone mancanti su una richiesta di oltre 15.000 unità. Infine, nel settore dei “conduttori mezzi pesanti e camion,” su 14.760 camionisti occupabili, ben 6.530 risultano introvabili, creando un vuoto del 44%.
I lavoratori fantasma
E bisogna fare attenzione, perché la lista dei lavoratori “fantasma” non si limita alle categorie appena menzionate, che rappresentano oltre 35.000 addetti non reperibili nel 2022. Essa comprende anche professionisti in mestieri meno fisicamente usuranti. In Sicilia, come nel resto d’Italia, secondo quanto affermato dalla Cgia, ci sono carenze anche di medici di medicina generale, ingegneri elettronici e delle telecomunicazioni, dirigenti di istituti scolastici privati e di strutture sanitarie private, oltre a infermieri, ostetriche ed elettrotecnici.
Inoltre, è interessante notare le differenze a livello provinciale all’interno dell’Isola. Caltanissetta è la provincia con la percentuale più elevata di difficoltà di reperimento, con un 40,5%, seguita da Siracusa con il 38,8%, Enna con il 38%, Ragusa con il 37%, Palermo con il 35% (anche se in termini assoluti presenta il maggior numero di figure non disponibili, circa 76.000), Catania e Messina entrambe al 34,5%, Agrigento al 33,7% e Trapani al 32%. Sebbene queste percentuali siano inferiori rispetto alla provincia di Bolzano, che registra il 52% di difficoltà di reperimento, è importante notare che in Sicilia il tasso di disoccupazione è significativamente più alto rispetto al resto del Paese. Inoltre, in tutto il territorio, negli ultimi due anni, Giuseppe Pace, presidente di Unioncamere Sicilia, sottolinea un persistente problema di mancanza di lavoratori: «il bollettino Excelsior ha rilevato mensilmente una crescita progressiva dell’indice di difficoltà delle aziende a trovare candidati idonei per le qualifiche proposte: se prima l’indice si attestava attorno al 24%, negli ultimi mesi ha sfiorato il 50%, e a settembre è stato del 39,8%. Gli imprenditori dell’Isola lamentano generalmente una carenza di formazione dei candidati per i livelli medio-bassi, ma per quelli più alti e specializzati, soprattutto nelle materie Stim e nelle professioni del futuro come digitalizzazione e intelligenza artificiale, addirittura una mancanza quasi assoluta di persone che si presentano alle selezioni».
La risposta delle imprese a questa situazione
Per illustrare la situazione, nel mese scorso, nella provincia di Palermo, il settore sanitario ha cercato 770 tecnici della salute, tra infermieri ed educatori professionali, anche per assistenza a persone disabili. In questo processo, si è riscontrata una difficoltà di reperimento pari al 30%. Tale sfida è stata ancora più marcata per un’altra categoria molto ricercata, ossia gli operai edili specializzati, dove la percentuale di difficoltà di reperimento ha superato il 50%. Nel medesimo mese, quasi 800 professionisti, tra muratori e carpentieri, sono stati oggetto di intensa ricerca.
Il problema sottolineato da Pace persiste nel cercare di far coincidere efficacemente le attività formative a tutti i livelli con le esigenze del tessuto economico. Unioncamere Sicilia, attraverso il progetto “Competenze,” ha negli ultimi anni collaborato con gli Istituti tecnici per favorire una maggiore specializzazione dei giovani tramite esperienze dirette in aziende. A partire da quest’anno, il progetto “Competenze per le imprese,” finanziato dal Fondo di perequazione 2021-2022, ha istituito sportelli informativi e servizi di base presso ciascuna Camera di commercio dell’Isola. Questi servizi mirano a guidare gli studenti uscenti dai percorsi degli Istituti Tecnici Superiori (ITS) e i Neet che desiderano intraprendere la strada dell’imprenditorialità.
Il vicepresidente vicario di Sicindustria, Ivo Blandina, concorda pienamente su questa visione e descrive chiaramente la situazione: «una Sicilia dei paradossi, dove il tasso di disoccupazione continua a veleggiare sulle due cifre, mentre il 40% delle imprese non riesce a trovare le figure professionali di cui ha bisogno. Mancano periti meccanici, tecnici del legno, periti elettronici, tecnici delle telecomunicazioni, ingegneri e matematici, fisici e chimici, conduttori d’impianti. E questo perché continua ad esserci un forte disallineamento tra le scelte formative dei giovani e i fabbisogni delle aziende. Occorre quindi predisporre percorsi di studio in linea con le esigenze del tessuto imprenditoriale, creare un sempre più forte collegamento tra il mondo della scuola ed il mondo del lavoro e fare una formazione continua di qualità (Fondi Interprofessionali). Martedì prossimo Sicindustria Ragusa presenterà un progetto che si muove in questa direzione, perché darà il via a un progetto che mira a formare giovani diplomati sulla base esatta delle esigenze di mercato. Questa è la strada da percorrere».