Il professor Guido Menzio, 40 anni, che insegna all’Università della Pennsylvania era a bordo di un volo della Air Wisconsin che lo doveva portare a Syracuse, nello Stato di New York.
Stava scrivendo una formula sul suo taccuino, quando è stato fermato e interrogato a bordo di un aereo che stava decollando dall’aeroporto di Philadelphia, perché sospettato di essere un terrorista.
A denunciarlo la passeggera seduta vicina a lui che lo ha visto concentrato nel risolvere un’equazione matematica e si è insospettita, non immaginando che l’uomo dai capelli ricci neri e lunghi fosse un docente della prestigiosa Ivy League, il network che unisce alcune tra le più prestigiose università americane, da Harvard a Princeton.
La donna ha così passato un foglietto a uno steward lanciando l’allarme.
Dopo pochi minuti l’aereo, che si stava dirigendo verso la pista di decollo, è tornato indietro.
Il professor Menzio è stato, quindi, fatto alzare e portato davanti a un funzionario a cui ha potuto spiegare l’equivoco.
«Non c’è alcun dubbio che l’attuale ondata di terrorismo, che sta coinvolgendo l’Europa e il mondo intero – commenta Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti – sia un problema reale col quale dobbiamo confrontarci. Se da un lato possiamo provare emozioni circoscrivibili come disprezzo o compassione per le vittime, dall’altro però il fenomeno del terrorismo apre la nostra sfera emotiva anche a sensazioni che possono avere prospettive non delimitabili e, soprattutto, fuori controllo, quali paura e panico. Quel bisogno di sicurezza e protezione della propria persona assolutamente insito in ognuno di noi, creano un pericolosissimo scenario di paranoia, paura e ansia costante col quale l’individuo deve convivere. Il rischio è che l’individualizzazione di queste sensazioni di angoscia, ansia e panico, diventi troppo ampia ma soprattutto collettiva e sfoci anche in fenomeni irrazionali di xenofobia o razzismo, come è successo al professore italiano. Eppure sarebbe bastato che avessero fatto una rapida ricerca su internet per capire che non era un terrorista».
GIORNODELLAMEMORIAVITTIMETERRORISMO
Cari amici di facebook, come saprete oggi è il Giorno della memoria dedicato alle vittime del terrorismo e alle stragi di matrice terroristica. E’ una ricorrenza della nostra Repubblica istituita nel 2007. La scelta del 9 maggio venne decisa perché il 9 maggio del 1978 furono uccisi contemporaneamente Aldo Moro e Peppino Impastato.
Voglio ricordare anche le ultime vittime della follia terroristica delle #BRPCC ovvero: i Prof.ri Massimo D’Antona e Marco Biagi e i miei colleghi Emanuele Petri e Bruno Fortunato
Un mio personale abbraccio e certamente anche da parte del popolo di facebook va alle famiglie delle vittime.
Potevi mettere un articolo che ricordasse il sacrificio dei nostri italiani nella prevenzione, invece della insulsa notizia che testimonia, in ogni caso, l’impegno dei colleghi d’oltre oceano…