Come tutti sappiamo, lo stato di emergenza è in scadenza il 31 luglio prossimo. Cosa succederà dopo non lo sappiamo. Potrebbe cessare ma potrebbe anche essere prorogato, magari anche fino al 31 dicembre. Secondo Repubblica, sarebbe proprio questo l’orientamento del presidente del Consiglio Mario Draghi: una proroga per tutto il 2021. Posizione diversa da quella del ministro della Salute Speranza, che ipotizzava di non rinnovarlo più, proprio «per dare un segnale positivo al Paese».
Eppure di motivavazioni per prorogare lo stato di emergenza ce ne sono diverse. A cominciare dal fatto che la campagna vaccinale non ha ancora raggiunto l’immunità di gregge. Questo anche perché i problemi di AstraZeneca – con la decisione di avviare la vaccinazione eterologa – non sono ancora risolti e anche perché rimane l’incognita della variante Delta, che in Gran Bretagna ha moltiplicato il numero di contagi nonostante la buona copertura vaccinale raggiunta.
Rimarrebbero quindi al loro posto sia il commissario straordinario, il generale Francesco Paolo Figliuolo, sia il Comitato Tecnico Scientifico. E sarebbero mantenute le misure anti contagio, come l’uso obbligatorio delle mascherine (anche se le regole potranno cambiare a seconda di come si evolverà la situazione).
L’immunizzazione continua con i vaccini
La buona notizia però è che l’obiettivo di immunizzare l’80% della popolazione italiana entro la fine di settembre rimane plausibile. «Entro settembre arriveranno oltre 54 milioni di dosi: mi ero preso margini di manovra d’accordo con Draghi», spiega Figliuolo. «Siamo in grado di coprire entro quella data l’80 per cento della platea vaccinabile, come previsto dal piano che è sostenibile».
L’istituto Spallanzani di Roma ha annunciato l’avvio di uno studio sull’efficacia e sulla sicurezza del mix vaccinale, ricordando gli «incoraggianti risultati» raccolti in altri Paesi. Secondo Figliuolo, ci saranno dosi a sufficienza di Pfizer e Moderna per garantire il proseguimento della campagna vaccinale dei più giovani e, anche, il richiamo dei 930 mila under 60 che hanno ricevuto la prima dose di AstraZeneca. «Le dosi in arrivo sono sufficienti, non abbiamo chiesto nuove dosi di vaccini mRna, ma stiamo studiando. Ben vengano, se dovessero arrivare, dosi aggiuntive».
Intanto, i dati sui contagi rimangono incoraggianti: il tasso di positività è sceso allo 0,6%, la percentuale più bassa mai registrata.