Ecco un’analisi delle facoltà più richieste che ti garantisce una maggiore possibilità di occupazione con un buoni stipendi, i dettagli.
L’analisi degli stipendi a cinque anni dopo il conseguimento della laurea rivela una tendenza verso una riduzione della disparità salariale tra laureati di primo e secondo livello.
La scelta tra facoltà in economia o lettere e la decisione di trasferirsi al di fuori della propria regione per frequentare un’università di prestigio rappresentano una sfida per gli studenti, specialmente in un momento in cui devono affrontare una delle decisioni più cruciali della loro vita: l’iscrizione all’università. Attraverso l’analisi dei dati, cerchiamo di rispondere a queste importanti domande.
I dati raccolti da Almalaurea ci consentono di comprendere quali facoltà sono attualmente più richieste e come la pandemia abbia influenzato le scelte degli studenti. Risultano interessanti anche i risultati in termini di guadagni a pochi anni dal conseguimento della laurea. Nonostante la pandemia da Covid-19 abbia causato una battuta d’arresto nelle iscrizioni universitarie, esse stanno gradualmente cercando di tornare ai livelli precedenti.
Le migliori facoltà universitarie per trovare lavoro
Nella ricerca delle migliori opportunità di carriera, alcune discipline accademiche si distinguono per un elevato tasso di occupazione. In particolare, Informatica e Tecnologie ICT, Ingegneria Industriale e dell’Informazione, insieme ad Architettura e Ingegneria Civile, si piazzano al vertice della classifica occupazionale. Al contrario, gli ambiti Giuridico, Letterario-Umanistico e Arte e Design mostrano una minore propensione all’occupazione.
Questa differenza si riflette nei salari medi, con settori come l’Economia e il settore Medico che registrano compensi più elevati rispetto all’Architettura, nonostante una minore percentuale di occupazione. Al contrario, i gruppi di laureati in Letteratura, Psicologia ed Educazione e Formazione presentano redditi inferiori.
Una nota positiva riguarda il tipo di contratti di lavoro, poiché si osserva un aumento dei contratti a tempo indeterminato rispetto al 2021, mentre quelli a tempo determinato e il lavoro autonomo diminuiscono. Questa tendenza sembra favorevole soprattutto ai laureati di primo livello rispetto a quelli altamente specializzati.
L’evoluzione delle modalità di lavoro è un’eredità del periodo pandemico, con un significativo aumento dei laureati che adottano il lavoro da remoto o in modalità di smart working (17% per i laureati di primo livello e 27,6% per quelli di secondo livello).
Le aspettative dei giovani laureati italiani stanno subendo un cambiamento. La pandemia ha portato a una maggiore enfasi sulla qualità della vita e il tempo libero, con una crescente importanza attribuita alla flessibilità degli orari di lavoro e al desiderio di lavori che offrano un alto grado di autonomia. Nonostante ciò, la stabilità lavorativa, il guadagno e le opportunità di carriera rimangono prioritari, anche se gradualmente vengono affiancati da questi nuovi valori.
La laurea continua ad offrire maggiori opportunità di guadagno e l’accesso a posizioni di prestigio, ma il suo impatto può variare a seconda di vari fattori, tra cui il genere e la regione di residenza. Le probabilità di trovare lavoro sono più elevate nelle regioni settentrionali rispetto al Sud e alle Isole. Gli studenti che si spostano per studiare hanno maggiori possibilità di trovare lavoro rispetto a coloro che studiano nella stessa provincia di residenza. Questo ha causato un notevole flusso di giovani laureati dal Sud al Nord del paese, con conseguente impoverimento graduale delle regioni meridionali in termini di forza lavoro altamente specializzata.
Stipendi, facoltà e lavoro
L’esame delle retribuzioni cinque anni dopo la laurea mostra una tendenza all’attenuazione della differenza salariale tra laureati di primo e secondo livello. Dopo l’aumento rilevato nel 2019, durante l’era della pandemia da Covid-19, questa disparità si è progressivamente ridimensionata. Nel corso dell’ultimo anno, abbiamo assistito a una riduzione dei salari medi, calcolati in termini reali, considerando l’effetto dell’incremento dell’inflazione. Rispetto al 2021, le retribuzioni reali sono diminuite del 2,4% per i laureati di primo livello e del 3,3% per quelli di secondo livello.
Questa contrazione salariale coinvolge tutti i laureati, ma colpisce in modo più significativo le donne, poiché devono affrontare non solo le dinamiche del mercato, ma anche il persistente fenomeno del Gender Pay Gap, ovvero il divario retributivo di genere che persiste anche tra laureati con livelli di istruzione simili e mansioni equivalenti. Questo fenomeno è diffuso in tutti i settori, raggiungendo il 17,7% in meno per le donne nel campo dell’Arte e del Design. Le differenze sono meno pronunciate nei gruppi di Lauree Letterarie Umanistiche ed Educazione e Formazione, dove il Gender Pay Gap è inferiore al 5%. Un’analisi dettagliata delle retribuzioni dei laureati tra i 25 e i 34 anni rileva notevoli variazioni tra diverse università e facoltà in Italia.
Ecco alcune università con le relative retribuzioni medie tra i laureati tra i 25 e i 34 anni:
- Presso l’Università Commerciale “Luigi Bocconi,” il guadagno medio ammonta a 34.662 euro, rappresentando un aumento del 15,8% rispetto alla media.
- Il Politecnico di Milano registra un reddito medio di 32.308 euro, con un incremento del 7,9% rispetto alla media.
- La LUISS – Libera università internazionale degli studi sociali Guido Carli presenta una retribuzione media di 31.870 euro, evidenziando un aumento del 6,5% rispetto alla media.
Le università con le retribuzioni più basse includono:
- Università degli Studi di Messina, con un reddito medio di 29.087 euro ovvero -2,8% rispetto alla media
- Università degli Studi di Perugia con un reddito medio di 29.013 euro ovvero -3,1% rispetto alla media
- Università degli Studi di Cagliari, con un guadagno medio di 28.706 euro ovvero -4,1% rispetto alla media
- Per quanto riguarda le facoltà con le retribuzioni più elevate (tra i 25 e i 34 anni):
- Scienze Biologiche evidenzia un reddito medio di 35.782 euro, ovvero +19,5% rispetto alla media.
- Scienze Giuridiche registrano una retribuzione media di 34.656 euro ovvero +15,8% rispetto alla media.
- Scienze Fisiche presentano un reddito medio di 34.425 euro ovvero +15% rispetto alla media.
- Scienze Storiche e Filosofiche con un guadagno medio di 25.620 euro ovvero -14,4% rispetto alla media
- Lingue e Letterature Straniere e Moderne con un reddito medio di 25.543 euro ovvero -14,7% rispetto alla media
- Scienze Pedagogiche e Psicologiche che evidenziano un guadagno medio di 25.507 euro ovvero -14,8% rispetto alla media
Un altro aspetto da tenere in considerazione è l’incidenza della classe sociale e del livello di istruzione dei genitori sulle scelte di studio dei laureati italiani. Alcuni campi accademici, come Giurisprudenza e Architettura e Ingegneria Civile, mantengono una predominante affluenza da parte delle classi sociali più abbienti, mentre altre discipline, quali l’Educazione e la Formazione, sono prevalentemente selezionate da individui provenienti da famiglie con esperienze nel lavoro autonomo o nell’ambito dirigente.