Tra caldo torrido, temperature africane, umore nero e voglia continua di vacanze e spensieratezza non è facile mettersi sui libri nei pomeriggi afosi in cui l’unico amico sincero sembra essere il venticello che fuoriesce dal condizionatore.
L’estate sta quasi volgendo al termine e la maggior parte degli studenti universitari sembra averla vista solo con il binocolo, lontana anni luce dai loro occhi e dallo loro pelle. Occhiaie visibili, sguardo spento e colorito alla Casper sono la carta d’identità di ogni singolo universitario che si rispetti.
Neppure il tempo di godere degli sprazzi di felicità dopo le diaboliche sessioni di fine luglio che già ecco tornare più pressante che mai il soffio della vocina interiore che incita a rimettersi in sesto per settembre. E la situazione è resa ancor più traumatica quando, per distrarsi e sfuggire al circolo vizioso colazione-studio-pranzo-studio-cena-studio, i giovani decidono di collegarsi sui social. Il mondo del 2.0, in questi casi, sa essere davvero perfido.
Non lo avessero mai fatto! Ecco spuntare, infatti, come lame infuocate innumerevoli foto degli amici al mare, in piscina, in barca o stesi sotto il sole con una vera e propria abbronzatura doc. E come se non bastasse ecco le immagini dei luoghi di vacanze più esclusivi ed esotici. Da Malta a Ibiza, da Torremolinos a Santorini. Il tutto condito da ampi sorrisi, sguardi sereni e visi rilassati.
E così il povero studente che, a causa del carico eccessivo di studio e della voglia di finire in tempo la carriera accademica può permettersi solo di sognare posti simili, è portato quasi istintivamente a gettare il computer fuori dalla finestra. Ma si trattiene, per pura dignità e sopravvivenza, e reagisce spegnendo il “malefico arnese” e rigettandosi sulle pagine bianche a caratteri neri. Bastare leggere una frase, però, ed ecco spuntare il fatidico interrogativo: «Chi me lo ha fatto fare?».
Così dopo varie maledizioni indirizzate alla volta di Zuckerberg e compagnia bella per aver sperimentato un sistema tanto “infimo”, i giovani sembrano rassegnarsi al loro destino da eterni “fantasmini”. Almeno fin quando il piano di studi non sia terminato. Questo pensiero, arrivato come un lampo di arcobaleno in una mattinata di pioggia incessante, sembra tranquillizzarli rimandando ad un futuro non meglio precisato il riscatto morale di questi giorni bui.
Se la paura dell’esame, dunque, è più forte della colonnina di mercurio che sale ecco alcuni semplici consigli per superare questa “mission impossible”:
- Spegnete computer, cellulare e se è il caso disattivate per qualche giorno i vostri account Facebook e Twitter. Le tentazioni devono essere messe a tacere senza pietà.
- Concedetevi un’uscita serale per rifocillare mente e corpo e una pausa ogni tanto nel corso delle intense giornate di studio ma senza esagerare.
- Bevete tanto per reidratare l’organismo dei liquidi persi. Ma attenzione: solo acqua, succhi di frutta, spremute, bevande contenenti sali minerali e niente alcol. Quest’ultimo, infatti, non fa che aumentare il vostro calore corporeo e rendere più difficile la memorizzazione dei concetti.
- Mangiate frutta e verdura. Sembra scontato ma ripeterlo è necessario. Quando si studia, infatti, si tende a consumare un panino tra una pagina e l’altra trascurando alimenti fondamentali per il corretto funzionamento dell’organismo.
Buona sessione a tutti.