Venerdì mattina, in occasione del test d’ammissione ai corsi di laurea di Professioni sanitarie, un centinaio di studenti appartenenti al Collettivo Universitario Autonomo e al Coordinamento Studenti Medi Palermo ha effettuato un blitz, bloccando per mezz’ora gli ingressi del Polo didattico in Viale delle Scienze, sede delle prove di ammissione.
Gli studenti hanno esposto due striscioni con la scritta, in uno, Diritto allo studio negato. Test d’ingresso furto legalizzato, nell’altro Dei nostri soldi ne avete piene le tasche e hanno spiegato attraverso interventi al megafono e volantinaggi le ragioni della protesta.
Subito dopo l’azione gli studenti hanno voluto avere un contatto diretto con tutti quegli studenti in attesa di svolgere i test d’ammissione e, attraverso una video-inchiesta, hanno provato a capire e mettere insieme le opinioni degli aspiranti studenti universitari «nei confronti – scrivono – di quello che è un vero e proprio incubo che, per una crocetta sbagliata, potrebbe far sfumare il loro desiderio e il loro diritto a continuare gli studi».
«Il blocco di oggi – dichiara Federico Guzzo – vuole essere un azione simbolica e ha come obiettivo quello di manifestare l’opposizione degli studenti ai test d’ingresso, per noi un vero e proprio furto legalizzato che ogni anno nega il diritto allo studio di migliaia di giovani neodiplomati (e non) che, a causa di quella che può tranquillamente definirsi una lotteria, si ritrovano esclusi da un mondo della formazione universitaria, già sempre più inaccessibile a causa dei suoi costi».
E prosegue: «Crediamo che questi test siano in realtà strumenti di un business di mercato e di logiche di profitto in cui a guadagnarci sono, da una parte, le costosissime scuole di preparazione, che vanno ancora di più a marcare i dislivelli economici caratterizzanti la nostra società e dall’altra le casse dell’ateneo: infatti l’iscrizione ad ogni prova di ammissione prevede il pagamento di ben 55 euro».