Dopo lo studio condotto da Il Sole 24 Ore che ha visto l’Università degli Studi di Palermo al penultimo posto tra sessantuno atenei italiani, Unipa risulterebbe essere ultimo nella classifica redatta dall’Agenzia U-Multirank con il supporto dell’Unione Europea.
Tra 800 atenei censiti e tenendo conto di 68 indicatori di qualità, lo studio è stato messo a punto dai centri di ricerca di Olanda e Germania e vedrebbe tra gli ultimi posti anche l’Università di Catania che occupa il 25esimo posto. A metà classifica la Kore di Enna.
Al primo posto per qualità il Politecnico di Milano, al secondo l’Università di Padoda, al terzo la Bocconi.
«Si tratta di un progetto ancora in via sperimentale – dice a Repubblica il rettore Roberto Lagalla – solo 31 università italiane hanno accettato di sottoporsi alla valutazione. Palermo è stata una di quelle. Anche Parma, notoriamente un’ottima Università, è finita in coda alla classifica. Poi, com’è noto, ci sono alcune voci, come quella dell’occupazione, su cui Palermo risente di una condizione territoriale non certo favorevole. Ma resta il fatto che i nostri laureati si inseriscono benissimo in ogni contesto e occupano posizioni di prestigio in Italia e all’estero. Segno di un’ottima formazione».
Tutti sanno che da anni l’ateneo palermitano soffre di un crollo d’iscritti, d’altronde le famiglie preferiscono indebitarsi e far studiare i figli in atenei rinomati, come La Sapienza, Bocconi ecc., piuttosto che far iscrivere i figli in un Ateneo che è lontano anni luce dagli standards minimi internazionali.
Secondo me Lagalla dovrebbe porsi altre domande, cominciando dal crollo qualitativo del corpo docente, mai, nel complesso, così scarso nella storia.
I docenti si assumono per i meriti, non perché appartengono all’orticello del gruppo di potere.
Sono un docente del corso di Laurea in Ingegneria Elettrica e conosco il questionario e non lo reputo utile per valutare il percorso formativo da noi offerto. Prima di tutto per il mio corso di Laurea non sono presenti i dati sul numero di laureati in corso, cosa strana perché ho avuto diversi tesisti in regola con i tempi. Il dato che manca però fa media a livello di ateneo.
Ma poi non viene posto in risalto il vero e proprio indicatore di qualità di un corso: il numero dei laureati disoccupati. Per il mio corso è inferiore al 5%.
Invito tutti a documentarsi prima di giudicare gli effetti del nostro impegno.
http://www.u-multirank.eu/#!/explore?trackType=explore&sightMode=undefined§ion=exploreUniversityDetail&detailUniversity=338