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Stupro Palermo, “Dov’era lo Stato quella notte?”


Stupro Palermo, “Dov’era lo Stato quella notte?” Il popolo di TikTok si schiera al fianco della ragazza violentata da sette uomini a Palermo.

Come spesso accade nei giorni successivi all’ondata di indignazione dito puntato contro le istituzioni: “Dove era lo Stato quella notte e dove è oggi?”. Il social si esprime per bocca di uno dei tiktoker siciliani più noti in Italia, ovvero Lorenzo Tripi, attraverso il canale “Bestia dei social”.

I temi lanciati

Tripi, 22 anni, manager di “Italy food porn Sicilia”, fa una ben precisa denuncia. “Lo Stato, che dovrebbe applicare la legge, dov’era la notte in cui quella ragazza è stata stuprata al Foro Italico? Una notte in cui non c’era un controllo, una telecamera accesa o semplicemente un lampione a fare un po’ di luce”. E ancora Tripi: “Ormai chi denuncia deve spaventarsi e temere ripercussioni, mentre chi commette uno stupro o un femminicidio, dopo pochi anni esce dal carcere, come se nulla fosse. Una donna stuprata viene considerata come una che ‘se l’è cercata’, mentre lo stupratore è un genio”.

L’appello

Da qui l’appello di Tripi ai suoi coetanei che lo seguono da tutta Italia: “Ci deve essere un cambio di mentalità. Ragazzi, quando ci viene detto un ‘no’, si deve rispettare. E l’unica cosa da fare quando si sta con una ragazza ubriaca è riaccompagnarla a casa. E lo Stato deve prevenire, non discutere dopo, quando i disastri sono già avvenuti”.

I controlli alla movida la prima immediata risposta

L’effetto dello stupro shock a Palermo produce le prime risposte delle istituzioni, la movida Palermitana torna sotto strettissimo controllo. In questi giorni la polizia municipale ha impresso una nuova stretta nelle zone della movida, le stesse da cui sarebbe partita poi la vicenda dei 7 giovani coinvolti nello stupro della 19enne. Gli agenti sono intervenuti in via Maqueda e nella zona attigua a piazza Villena (Quattro Canti) dove sono stati ispezionati otto locali.

Cosa è stato riscontrato

All’atto del sopralluogo, dal controllo visivo, formale e documentale, ben 6 attività non risultavano in regola. In particolare si fa riferimento alle prescrizioni del codice della strada e quelle del regolamento comunale. Le violazioni riscontrate sono quelle relative all’articolo 20 del codice della strada, con l’occupazione abusiva di una porzione di suolo stradale con arredi e attrezzature a servizio dell’attività. Ma anche quelle inerenti al regolamento Dehors, le strutture precari con tavolini all’esterno dei locali. In totale ammontano a 3 mila euro le sanzioni elevate.

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