Suicidio studente universitario – Condividiamo lo sfogo di Claudia, studentessa di Catania anche lei, che tramite un video sul suo profilo Instagram, ha voluto dire la sua sul suicidio dello studente di Catania, Andrea.
Claudia nel suo video ha affrontato la tematica dei suicidi, soprattutto perché una una buona percentuale si verifica tra i 20 e i 35 anni.
Il suo invito è quello di fermarci a riflettere, soffermandoci soprattutto sul peso che hanno le parole. Sempre. Nel ferire gli altri, soprattutto.
Riportiamo la sua forte e lucida riflessione sul suicidio studente dell’Università di Catania
Qualche giorno fa, uno studente dell’università di Catania si è tolto la vita a seguito di una forte umiliazione avuta dopo un esame andato male, vittima di un sistema sbagliato che avrebbe dovuto sostenerlo anziché distruggerlo.
Secondo i dati Istat sono circa 4 mila i suicidi in Italia ogni anno: il 5% riguarda giovani sotto i 24 anni. recentemente non pochi, tra liceali e studenti universitari, hanno deciso di togliersi la vita.
La fascia di età più esposta a questo fenomeno sembrerebbe essere quella dai venti ai trent’anni, i giovani adulti. La maggior parte di questi sono studenti universitari. Per qualcuno rappresenta il trampolino di lancio verso una brillante carriera, per altri si trasforma in una gabbia che imprigiona fino a togliere il fiato.
L’università è un momento cruciale per migliaia di ragazzi, nel bene nel male. Perché, se si ha un obiettivo ben chiaro in mente, può essere davvero una grande occasione. Altrimenti il rischio di perdersi è dietro l’angolo.
Con esiti, a volte, tragici. Sono tanti gli studenti universitari che falliscono.
E si provano vergogna, senso di sconfitta, paura di deludere genitori, familiari e amici.Apparentemente non c’è un motivo valido che giustifichi gesti del genere. Perlomeno se ci si limita agli aspretti didattici. Probabilmente c’è dell’altro.
E ci si costruisce un castello di bugie talmente grande da non poter tornare più indietro. E allora il pensiero va a loro, ai ‘caduti della laurea’; ragazzi forse troppo fragili per prendere la propria vita in mano, per dire a sé stessi e agli altri che l’università non era la propria strada. Covando rimorso misto a sconforto per anni. Prima di esplodere.
Ma quando ti laurei? Quante materie hai dato, ma che media di voti hai? Ma come? Non sei ancora riuscito a dare quell’esame?
Ma non è soltanto la società ad uccidere i ragazzi.
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COSA CI INSEGNA UNIPA? PER LAUREARTI IN LETTERE O DAI UNA VENTINA DI ESAMI O TI BUTTI DALLA FINESTRA DELLA FACOLTA…
dopo zarcone che si pretende?