– «Senti ci sei più tardi per l’aperitivo?».
– «No, sono rintanato a casa. Domani ho un esame».
– «Ah! Allora… Buona Fort…»
…Silenzio…
…Chiamata interrotta…
… Telefono staccato, senza batteria, forse scaraventato a terra…
…Biiiiiiiiip…
Mai e dico mai rivolgere la fatidica frase a uno studente universitario in preda al panico pre-esame, da lui stesso chiamato anche pre-giorno.del.giudizio.universale. E ancora più oltraggioso, poi, sillabare il classico I N – B O C C A – A L – L U P O. Rischiereste di mandare in tilt il suo già fragile equilibrio psicologico. Per i romani era la Dea Fortuna, per Manzoni la Divina Provvidenza. Fatto sta che comunque la si intenda o la si voglia chiamare, l’uomo ha sempre avuto timore di questa potenza enigmatica ed intangibile e sono molti coloro che non si azzardano a sfidarla. Primi fra tutti, nelle classifiche europee e nazionali, proprio gli studenti universitari.
Beh che dire… Credete veramente che per passare gli esami occorra solamente studiare? Ma certo che no, la razionalità in questi casi va a farsi benedire. Ecco allora mettere in gioco tutta una serie di accortezze e riti scaramantici da ottemperare al fine di accaparrarsi il favore dei numi protettori. Dalla classica “toccatina” alle corna con la mano, dal toccare ferro all’incrociare le dita, dal pregare al portare con sé cornetti e santini portafortuna.
A molti studenti, poi, non importa se l’esame cade di 13 o di 17. Ciò che conta è non essere i primi a sostenere il colloquio col prof di turno. Essere i primi infatti, spesso e volentieri, nella mente dei giovani accademici significa una sola cosa: SUICIDIO…quindi o si salta la sessione o si finisce in bagno con la classica scusa di problemi di incontinenza giovanile per passare al giro successivo.
Insomma, se studiare non basta per passare gli esami, ci si appiglia alla fortuna e ci si affida ai suoi sacrosanti rituali. «Uocchi, contruocchi, crepa maluocchi» dicevano le nonne. Ebbene, possono sembrare “boiate” da Medioevo, eppure lo studente medio, anche se non ci crede, tanto per non rischiare, fa di tutto per non incorrere in eventuali sanzioni nefaste ai danni della sua carriera universitaria. «Dura lex, sed lex». D’altronde la fortuna è una ruota che gira.