La campagna vaccinale in Italia procede al rallentatore ed è tempo di spingere il pedale dell’acceleratore per evitare di ritrovarsi in condizioni ancor più spiacevoli a causa dell’emergenza coronavirus. In Italia arriveranno entro marzo altre 7 milioni di dosi di vaccino. La novità sarà il cambio del criterio delle categorie e fasce d’età. Questi i temi affrontati durante la prima riunione tra i nuovi vertici della struttura dell’emergenza scelti da Mario Draghi – il commissario Francesco Figliuolo e il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio -, i ministri Mariastella Gelmini e Roberto Speranza e le Regioni.
Le Regioni potranno usufruire di una scorta di solidarietà da usare nelle zone a più alto contagio in caso di penuria. Scorte che dovrebbero essere dell’ 1-2%. I governatori, tra i quali è tornato in videoconferenza il campano Vincenzo De Luca, hanno chiesto di “autorizzare nuovi vaccini da affiancare a quelli già utilizzati” – ha detto il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, – e di fare chiarezza su fasce d’età e priorità delle vaccinazioni. Insomma vogliono sapere chi e quando vaccinare, visto che per ora si è andati in ordine sparso.
Per il generale Figliuolo gli hot spot vaccinali vanno incrementati, ha spiegato, usando ogni possibilità: siti produttivi, strutture della Protezione civile e della Difesa.
Gianni Rezza dell’Istituto superiore di sanità (Iss) ha indicato la direzione che dovrà prendere la campagna vaccinale: “A mano mano che avremo più dosi verrà meno il criterio delle categorie e si offrirà il vaccino alla popolazione intera in modo più flessibile”.
“Adesso si stanno vaccinando gli over-80 e le regioni stanno iniziando a vaccinare gli iper-vulnerabili”, ha ricordato Rezza. I numeri al momento sono ancora insufficienti. Ieri sono state iniettate oltre 180 mila dosi, ma bisognerà arrivare a 300 mila al giorno entro fine marzo, visto che ne arriveranno in media 270 mila al giorno. L’obiettivo sono 500 mila iniezioni quotidiane ad aprile. Oggi si sono superati i 5 milioni di dosi somministrate e sono circa 3,5 milioni gli italiani che hanno ricevuto una o due dosi.
Alcune Regioni hanno esaurito le scorte di Pfizer – finora di gran lunga il vaccino più usato in Italia -, suscitando il dubbio che non le abbiano conservate per il richiamo come è stato da più parti sostenuto. Per Gelmini c’è l’esigenza di fare finalmente in modo che la campagna vaccinale sia “quanto più possibile uniforme sul territorio nazionale, evitando disparità”. La ministra degli Affari regionali ha insistito inoltre sulla priorità da dare ai disabili e alle persone che li assistono. La buona notizia è che i casi sono in evidente flessione tra gli over 80, pur vaccinati finora solo per un quarto del totale. I vaccini funzionano, bisogna farli.
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