Il Consiglio di Stato si è pronunciato sul test di ammissione per l’accesso ai corsi di Medicina e Odontoiatria dello scorso anno accademico e ha disposto l’ammissione in sovrannumero in favore di coloro che hanno presentato ricorso.
Lo comunica lo studio Leone-Fell & Associati che si era battuto per la regolarità della procedura di accesso.
Una delle principali battaglie si è incentrata sulla non originalità delle domande predisposte dal Cineca e somministrate ai candidati che hanno svolto la prova selettiva. In particolare, i legali sono riusciti a dimostrare in giudizio che le domande somministrate ai candidati erano state copiate integralmente da diversi eserciziari in commercio.
E infatti, nonostante il bando prevedesse che i sessanta quesiti dovessero essere predisposti da un “soggetto competente” e successivamente validate da una commissione d’esperti, il questionario ha sollevato più di una perplessità in ordine alla sua originalità. La prova che qualcosa avesse falsato il test è emersa con la pubblicazione dei primi risultati. La media voto, infatti, era più che raddoppiata rispetto al test del 2015. Il motivo di tale risultato (si è passati da una media di voto di 31 ad una media di 61) è da ricercare proprio nella conoscenza che molti studenti avevano già dei quesiti. Palese quindi la grave disparità di trattamento tra coloro i quali hanno avuto la fortuna di studiare dal libro “giusto” – dal quale sono stati tratti i quesiti – e chi, di contro, ha acquistato un altro eserciziario.
Lo studio si è trovato costretto a proporre un ricorso per l’accesso agli atti, un esposto all’Anac, un esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma e, in ultimo, perfino un’interrogazione parlamentare per visionare i documenti.
Il Ministero aveva chiesto esplicitamente al Cineca che il contenuto del test fosse inedito e non tratto da banche dati o eserciziari in commercio.
Anche quest’anno lo studio legale ha ricevuto centinaia di segnalazioni da parte di candidati che hanno lamentato – oltre a domande ritenute errate o fuorvianti – la non originalità di alcuni quesiti. Alla luce di questa importante decisione del Consiglio di Stato, risulta ancora più urgente effettuare tutte le verifiche del caso per scongiurare che anche il test di quest’anno risulti falsato.