Una studentessa ipovedente di Agrigento che voleva iscriversi al corso di laurea in Medicina all'Università degli Studi di Palermo dovrà ripetere la prova. La ragazza si è rivolta al Tar del Lazio perché non aveva un test con il testo ingrandito né tempo aggiuntivo in ragione della propria ridotta capacità visiva. La commissione non aveva accettato la richiesta in quanto il testo ingrandito non è tra i supporti permessi dal Miur.
Per il Tar la ragazza è stata gravemente penalizzata e non è risultata utilmente collocata.
I legali erano Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia che hanno censurato i provvedimenti impugnati sotto il profilo dell’eccesso di potere, nonché per la falsa applicazione della normativa di settore per le categorie disabili, in quanto, contrariamente a quanto sostenuto dall'Università di Palermo, il Miur non ha inserito tra i supporti vietati l'utilizzo di un testo ingrandito, non essendo in grado di alterare la par condicio tra i concorrenti. Si sono costituiti in giudizio il ministero dell’Istruzione e l’Università, rappresentati dall’Avvocatura generale dello Stato, per chiedere il rigetto del ricorso ma la candidata potrà ripetere la prova con un testo ingrandito del questionario e se la supererà sarà ammessa in soprannumero al corso di laurea.