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Ucraina, la Russia è pronta a disconnettersi da Internet: il folle piano per “isolarsi” dal mondo


La Russia starebbe iniziando i preparativi per disconnetersi dall’Internet globale. È la notizia rilanciata dal profilo di Nexta tv su Twitter e anche da un profilo legato ad Anonymous, sempre su Twitter, che si chiama @LatestAnonPress. L’operazione avverrebbe entro l’11 marzo. L’account di Nexta tv pubblica due pagine di documenti in russo e spiega che tutti i server e i domini devono essere trasferiti nella zona russa, inoltre si stanno raccogliendo dati dettagliati sull’infrastruttura di rete dei siti.

 Il Ministero della Sicurezza Digitale russo ha dichiarato di non avere in programma di disconnettere la Russia da Internet globale. Lo riporta la Tass sul suo profilo Telegram dopo che la testata Nexta tv aveva anticipato documenti su un piano di Mosca per disconnettere la rete dall’11 marzo. “Ci sono continui attacchi informatici ai siti russi dall’estero. Ci stiamo preparando per diversi scenari. Non ci sono piani per disconnettere Internet dall’interno”, ha affermato il ministro.

Per la Russia sarebbe il varo definitivo di RuNet, la rete web nazionale indipendente approvata nel 2019, una intranet con cui il Cremlino oltre a difendersi da cyber aggressioni esterne avrebbe il pieno controllo della circolazione delle informazioni e delle attività interne. La legge prevede infatti di convogliare il traffico e i dati del web russo verso nodi controllati dalle autorità statali e di realizzare un Dns (Domain name System, un sistema dei nodi della rete) nazionale per permettere a Internet di continuare a funzionare indipendentemente dalle infrastrutture straniere.

Secondo il sito Statista.com, in Russia ci sono quasi 115 milioni di persone che accedono a Internet con una penetrazione di circa l’80%. Il documento pubblicato da Nexta Tv “sembrerebbe un avviso alle istituzioni a tenersi pronte, una sorta di prova generale di resilienza nel caso ce ne fosse bisogno”. Se venisse attuato per i cittadini “sarebbe una cortina di ferro perché verrebbero messi all’oscuro di tutto e potrebbero usare solo mezzi tecnologici interni controllati e filtrati”, spiega Stefano Zanero, professore associato di computer security al Politecnico di Milano.

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