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Ue, arriva la zona rossa scuro: cos’è e quali regioni d’Italia rischiano


Nella palette di colori degli ultimi mesi, ci mancava proprio il rosso scuro. E ci ha pensato Ursula von der Leyen a rimediare, presentando la sua mappa europea. Sono più di una le regioni d’Italia che rischiano di colorarsi di rosso scuro.

Si tratta di quelle aree in cui la diffusione del virus è più alta e ci sono rischi maggiori che si trasmettano le nuove varianti apparse a seguito delle sue
mutazioni.

Ma Cos’è la zona rosso scuro e quali regioni d’Italia rischiano di entrare in questa nuova area? La presidente della Commissione Ue ha presentato nei giorni scorsi la mappa creata dall’ European Center for Disease Prevention and Control (Ecdc) che evidenzia i territori a maggior rischio Covid in Europa.

Cos’è la zona rosso scuro

Sono zone ad alto rischio covid. In queste zone resteranno aperte le frontiere ma con regole più severe per viaggiare. Ursula von der Leyen ha spiegato: “A chi parte da queste zone può essere richiesto un test prima di partire e la quarantena dopo l’arrivo”. Inoltre nelle zone rossos curo sarà consigliato spostarsi solo per motivi di lavoro o per la circolazione delle merci.

Potrebbe anche essere istituito anche un passaporto vaccinale che servirà ad identificare le persone che sono state immunizzate. Gli individui immunizzati potrebbero circolare liberamente in vista della prossima stagione estiva.

Le zone epidemiologiche, ha spiegato la von der Leyen, non coincideranno con gli Stati membri e non saranno delimitate dalle ex frontiere, che ormai non esistono più all’interno dell’Ue e dello spazio di Schengen. Possono però comprendere aree omogenee di diversi paesi vicini.

Zona rossa scuro, le regioni d’Italia a rischio

Attualmente sono tre le regioni in Italia inserite nella zona rossa scuro. Veneto,Emilia Romagna e Friuli Venezia Giulia infatti potrebbero essere inserite nel regime individuato dall’Unione Europea.

La grave situazione eurepea. Le preoccupazioni della von der Leyen

La situazione in Europa è ancora molto grave, soprattutto per la circolazione preoccupante delle nuove varianti dle covid. Ha espresso grande preoccupazione la von der Leyen, e ha anche dichiarato: “Per mantenere le nostre frontiere interne ed esterne aperte abbiamo bisogno di misure mirate che ci mantengano tutti in sicurezza. Perciò proponiamo di introdurre una nuova categoria di zone rosso scuro per le aree in cui la circolazione del virus è a livelli molto alti”.

“Alle persone che viaggiano dalle zone rosso scuro – ha continuato la presidente della Commissione – potrebbe essere richiesto di fare dei test prima della partenza e anche di sottoporsi a quarantena dopo l’arrivo. Questo all’interno dell’Unione europea. In considerazione della situazione sanitaria molto grave i viaggi non essenziali dovrebbero essere fortemente scoraggiati sia all’interno di un singolo paese che, naturalmente, attraverso le frontiere“.

“Dobbiamo capire – ha sottolineato la presidente- che siamo una sola zona epidemiologica e non divisa in diversi Stati membri con diverse situazioni, e che conterremo il virus solo con misure mirate e non con misure non necessarie di chiusura generalizzata delle frontiere, che provocherebbe enormi danni al nostro mercato unico ma non eviterebbe molto la diffusione del Covid-19″.

Scoraggiare i viaggi non essenziali

“Una delle più importanti misure – ha insistito von der Leyen – è quella di scoraggiare i viaggi non essenziali e non necessari. Per mantenere i movimenti essenziali aperti”. Inoltre, “è necessario che abbiamo un comprensione comune e un accordo su come trattare le diverse zone, per esempio una zona rosso chiaro o una zona rosso scuro. “Naturalmente è una decisione degli Stati membri, ma – ha ricordato la presidente della Commissione – abbiamo appreso la lezione, imparato che è bene coordinarci per quanto possibile. Il virus non conosce e non rispetta nessun tipo di frontiere, anzi ex frontiere all’interno dell’Ue e a dello spazio di Schengen”.

“Potrebbe esserci un’area – ha spiegato ancora von der Leyen – in cui ci sono due Stati membri vicini con la stessa situazione epidemiologica, ma uno con un rigoroso lockdown, mentre nell’altro si mantengono i negozi aperti: ci sarebbe immediatamente un movimento di gente da una parte all’altra parte per fare shopping, e questo aumenterebbe la disseminazione del virus. È più intelligente guardare a zone omogenee” dal punto di vista epidemiologico, e dunque non delimitate dalle frontiere.


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A proposito dell'autore

Da 13 anni laureata in comunicazione e tecnica pubblicitaria. Dopo aver fatto diverse esperienze all’estero, ha deciso di fermarsi nella sua terra siciliana, collezionando anni di esperienza nel campo degli eventi e dell’organizzazione congressuale. Da pochissimo ha fondato una sua agenzia di eventi e comunicazione, la Mapi. E’ appassionata di moda, cinema e spettacolo. Ha un debole per le giuste cause e per i Mulini a vento. Il suo sogno? Coltivare e mantenere vivo l’entusiasmo per la vita e per ogni sua piccola forma e manifestazione. Da 13 anni sono laureata in comunicazione e tecnica pubblicitaria. Dopo aver fatto diverse esperienze all’estero, ho deciso di fermarmi nella mia terra siciliana, collezionando anni di esperienza nel campo degli eventi e dell’organizzazione congressuale. Da pochissimo ho fondato una mia agenzia di eventi e comunicazione, la Mapi. Sono appassionata di moda, cinema e spettacolo. Ho un debole per le giuste cause e per i mulini a vento. Il mio sogno? Coltivare e mantenere vivo l’entusiasmo per la vita e per ogni sua piccola forma e manifestazione.