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Una ristoratrice disperata, la foto che sta facendo commuovere l’Italia



La disperazione di una ristoratrice. Questa è la foto che sta facendo il giro dei social e rappresenta lo sconforto di una categoria. Oggi qui, domani là. Non si sa nulla del futuro che sarà. 

Spesso nelle stesse foto, ricche di disperazione, si sono visti infermieri, medici, OSS. Persone specializzate nel settore medico. Questa volta, invece, è una ristoratrice, martoriata dalle ferite economiche del virus.

In quello scatto sfuggito, forse nemmeno voluto dalla stessa protagonista, si rappresenta tutto lo sconforto di chi lavora nella ristorazione. Con l’Italia mezza rossa, per loro arriva il ritorno a casa. Non si può lavorare, ovvero guadagnare. E quindi vivere, anzi sopravvivere.

Il post della ristoratrice

Lo sconforto della ristoratrice è stato riportato su Twitter. In un post che inconsapevolmente sarebbe diventato virale. Francesco e Filomena, nel loro profilo, scrivono: “ Sono senza lacrime. Senza forze, senza più dignità. E c’è chi parla, parla, parla”.

Questo breve testo è diventato l’inno di un’intera categoria martoriata. Le parole che utilizzano i due ristoratori sono forti: lacrime, forza, che forse all’inizio, durante il primo lockdown a marzo 2020, potevano anche esserci, dignità.

A fare da collante al post c’è anche la foto di questa ristoratrice. Molto probabilmente è lei stessa che dovrà capire cosa fare da oggi e come pagare chi ha lavorato e lavora per lei.

Si vede anche dallo scatto che la ristoratrice era presa dall’ultimo giorno di lavoro con meno restrizioni. Lo si vede dagli abiti che indossa. Da quella disperazione placata per terra sul pavimento accanto alle pentole e gli attrezzi di cucina, che un giorno, al più presto, spera di riutilizzare. Per riprendere in mano il proprio ristorante amato e curato per tanti anni. Almeno si spera. 


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”