Non si arresta l’onda di polemiche e vergogna intorno all’inchiesta denominata ‘Università Allegra’. Nelle intercettazioni, il professore Gaspare Gulotta, luminare della Chirurgia palermitana, paragonava alcuni professori ai boss mafiosi, facendone motivo di vanto.
“Tutti vogliono fare i patti con i siciliani”
“Da Roma tutti preferivano fare le commissioni con i siciliani, volevano fare i patti con i siciliani, perché i siciliani erano affidabili, c’era sta cosa della mafia, infatti si diceva che un siciliano muore ma non…”. Così Gulotta metteva sullo stesso piano professori universitari e boss mafiosi.
“Questi giovani…tutti denunciano e vai in galera”
Proprio Gulotta si vantava di essere il più affidabile quando c’era da fare patti per le nomine nei concorsi universitari: “Noi prendevamo impegni, andavi in un posto, ora invece l’accademia è fatta di questi giovani… nuovi, non ragionano. Oggi tutti denunciano e vai in galera…Oggi siccome l’università è cambiata tutti denunciano, tutti fanno, tutti dicono…Tu devi stare attento da un lato, devi rispettare anche l’intenzione della sede, però devi pensare anche a salvaguardare il tuo culo perché oggi vai in galera”.
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Il “patto dell’alternanza”
Gulotta non usava mezzi termini: “Nel momento che si è liberata una piccola nicchia io mi ci sono sempre infilato”, non facendo mai mistero del suo “patto dell’alternanza”: “È chiaro che ho fatto un accordo con quello, negli ultimi anni ho fatto un accordo fifty-fifty“.
Un nuovo regolamento di ateneo
Alla fine, dopo tante discussioni, Gulotta ha pure confessato: “È bene che facciamo il regolamento di ateneo perché effettivamente anche i nostri concorsi sono truccati”. Il regolamento prevedeva che i commissari d’esame venissero scelti da una lista ristretta, tutti “amici” come li definiva Gulotta.