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Unipa, la morte di Sara Ajello nel ricordo commosso delle amiche


Sara Ajello, una giovanissima laureata di Scienze della Comunicazione di Palermo, si è spenta il 17 febbraio. E’ stata stroncata da un aneurisma improvviso. Il giorno dopo avrebbe compiuto 29 anni. L’annuncio è stato dato anche dal portale Unipa. Tutta la comunità accademica si stringe intorno alla famiglia di Sara e ai suoi colleghi e amici.

Chi era Sara

Sara era una studentessa, come molti di noi lo sono stati. Per anni aveva affollato le aule della sua facoltà, aveva corso per trovare il posto migliore a lezione e aveva studiato e trepidato in vista di un esame. Era stata anche una delle prime studentesse di unipa ad aderire al programma di scambi con l’Università di Tunisi. Nel 2018 si era laureata e poi era andata via dalla Sicilia, come molti di noi sono costretti a fare, per provare a costruirsi un futuro. Adesso, la sua salma è in attesa di rientrare nella sua terra.

Il Prof. Alberto Trobia, che è stato suo correlatore per la tesi magistrale, la ricorda come una ragazza vivace, allegra, frenetica, simpatica, affetuosa.

Adesso di lei rimane l’immagine di un sorriso nelle suo foto di Facebook e il commiato della comunità accademica. Vogliamo ricordare Sara attraverso i ricordi delle sue colleghe, delle amiche che hanno affrontato con lei l’avventura universitaria e che oggi sono straziate dal dolore.

Il ricordo di Vivian, la sua compagna inseparabile degli anni universitari

Vivian Di Lorenzo, una delle sue amiche più care, ha condiviso con noi il ricordo della sua amata amica Sara: “ Io e Sara ci siamo conosciute a Novembre 2013, durante la lezione di informatica con il professore Gambino. Io non riuscivo ad avere accesso al Wi-fi dell’Università, lei mi ha aiutato. Sara era così, era buona, con un filo di cattiveria al punto giusto, con chi voleva bene. Era piena di amore per me, in maniera anche morbosa.
Stavamo sempre insieme tra le aule, tra le pause caffè e fuori l’università. Andavamo in giro con la mia Smart bianca. “Sara puoi fumare dentro la macchina, ma tieni la sigaretta fuori dal finestrino che sento puzza”.
Ricordare un solo momento insieme è veramente difficile perché eravamo in simbiosi, abbiamo trascorso il periodo universitario insieme. I colleghi chiedevano l’una dell’altra quando vedevano una da sola. Eravamo quel tipo di amiche. Una volta a pranzo a casa mia, mi ricordo che le ho fatto assaggiare l’nduja calabrase. Ne era ghiotta. Ci saremmo fatte almeno 10 bruschette. Mio padre le aveva detto che poi gliene comprava una busta.
Un anno, durante la giornata di Santa Lucia capitata di Domenica, l’ho invitata a casa per pranzo per non farla stare sola. Ci siamo fatte una scorpacciata di arancine di tutti i gusti. La cosa divertente è che il giorno dopo io e la mia famiglia siamo stati male, lei è stata l’unica con lo
stomaco di ferro. Non ha avuto neanche una piccola colica.
Nel 2016 mi ha accompagnato da Good Fellas per farmi il piercing: “Brava Vì, ti sta benissimo
”.

“Era bello il suono delle nostre risate….”

Quanti segreti che custodiamo insieme. Che era bello il suono delle nostre risate. Sara è stata la prima persona a cui ho detto che avevo fatto per la prima volta l’amore con il mio ex fidanzato. Ci siamo viste piangere, ci siamo ascoltate in silenzio, ci siamo sempre sostenute negli esami. I nostri voti erano una cosa sola, perché noi eravamo una squadra.
Io e Sara avevamo un rapporto di due fidanzati, con le stesse insicurezze, con la stessa passione e con le stesse gelosie. Certe volte ci amavamo alla follia, certe volte litigavamo pesantemente, come l’ultima volta. Ho perso gli ultimi suoi anni. La vita e forse anche l’orgoglio ci hanno portato a
intraprendere due strade diverse negli ultimi due anni.
Sara, amica mia, dovunque tu sia, insieme ai miei angeli custodi, sappi che ti ho sempre voluto bene, che ti voglio bene, e che te ne vorrò per sempre. Mi guardo intorno, tutto ha un colore diverso, un profumo diverso. Tu non ci sei, ma ci sei. Ti porterò sempre con me, racconterò di te, delle nostre meravigliose, stratosferiche, piene d’amore CAZZATE.
Per sempre. Vivian
“.

Vivian E Sara

Le amiche dell’università

Anche Marzia Scaglione, condivide con noi il ricordo di sara perché, ci dice, “Ricordare chi non c’è più significa riuscire a tenerli per quanto possibile “vivi” tra di noi!”. Marzia ci dice: “Ho davvero tanti, tantissimi ricordi di Sara … era una di quelle persone che se ti apriva il suo cuore, ti adorava e inondava di affetto ed attenzioni come nessun altro! Come stare sul divano senza far nulla di eccezionale, insieme al mio Labrador che per via del suo accento mazarese era WIndy e non Wendy”….Marzia ci dice che di aneddoti su Sara ne avrebbe tantissimi da ricordare…”come la volta in cui per un mio compleanno, si allontanò un attimo dal locale per poi tornare con una statuetta raffigurante non so di preciso chi o cosa con i led dentro comprata da qualche ambulante. Mi ha costretto a metterla sul comodino quella notte. Tutte le persone che erano al mio compleanno quella sera ricordano Sara e la statuetta!”.

Marzia e Sara

Martina Randazzo, una sua collega, ha postato una foto di gruppo con sara, durante una lezione speciale all’università. “…Oggi questo ricordo però lo dedico a te Sara. Voglio ricordarti sempre energica, tu che eri il capitano della facoltà di Comunicazione e la musa ispiratrice del prof Cavallini. Tu sempre piena, piena di vita…Oggi ci lasci con un vuoto incredibile e con la consapevolezza che bisogna vivere intensamente ogni attimo. Fai buon viaggio”.

Alcune vite vengono spezzate troppo presto

Quando una vita viene spezzata troppo presto rimane sempre un vuoto grande. Unito all’incredulità, allo sgomento. Ci sono persone che vanno via e ci lasciano, all’improvviso, senza preavviso, senza motivo. Ci lasciano quando ancora avremmo avuto tante cose da dirgli, quando ancora avremmo avuto esperienze da vivere insieme. Alcune persone lasciano questa terra quando ancora avrebbero avuto tanto da fare e tantissime cose da dare. Di fronte alla morte siamo tutti spiazzati. Rimaniamo inerti e impotenti, perchè davvero è l’unica cosa contro cui non abbiamo nessun potere. L’unica cosa che possiamo fare è tenere vivo il ricordo delle persone che ci lasciano. Possiamo raccontare le loro storie, la loro vita, gli aneddoti delle nostre vite vissute insieme. Questo forse è l’unico strumento che abbiamo per metabolizzare il dolore e per lasciare un messaggio a tutti. Quello di vivere intensamente ogni momento, ogni giorno, ogni rapporto. “Perchè la vita è un brivido che vola via”…ci dice Vasco in una delle sue canzoni più famose. E questo brivido possiamo fare in modo che sia il più intenso possibile.

Abbiamo voluto ricordare Sara, ex studentessa di Unipa a Scienze della Comunciazione, attraverso i racconti delle sue amiche. Perchè non fosse solo il volto di una vita spezzata o il commiato della comunità accademica. Perchè Sara Ajello diventasse per tutti anche una storia, la storia della sua breve vita spezzata, che ha lasciato tanto amore in tutte le persone che l’hanno conosciuta.

Buon viaggio Sara!


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A proposito dell'autore

Da 13 anni laureata in comunicazione e tecnica pubblicitaria. Dopo aver fatto diverse esperienze all’estero, ha deciso di fermarsi nella sua terra siciliana, collezionando anni di esperienza nel campo degli eventi e dell’organizzazione congressuale. Da pochissimo ha fondato una sua agenzia di eventi e comunicazione, la Mapi. E’ appassionata di moda, cinema e spettacolo. Ha un debole per le giuste cause e per i Mulini a vento. Il suo sogno? Coltivare e mantenere vivo l’entusiasmo per la vita e per ogni sua piccola forma e manifestazione. Da 13 anni sono laureata in comunicazione e tecnica pubblicitaria. Dopo aver fatto diverse esperienze all’estero, ho deciso di fermarmi nella mia terra siciliana, collezionando anni di esperienza nel campo degli eventi e dell’organizzazione congressuale. Da pochissimo ho fondato una mia agenzia di eventi e comunicazione, la Mapi. Sono appassionata di moda, cinema e spettacolo. Ho un debole per le giuste cause e per i mulini a vento. Il mio sogno? Coltivare e mantenere vivo l’entusiasmo per la vita e per ogni sua piccola forma e manifestazione.