Unipa presenta la nuova app “Carceri dell’Inquisizione”, realizzata all’interno delle attività collegate al progetto Erasmus+ “Graffiti in prison”. Durante la conferenza stampa di presentazione a Palazzo Steri, sede del Rettorato di Unipa, alla presenza, tra gli altri del Rettore Fabrizio Micari, sono state illustrate le funzionalità dell’app che consentirà ai visitatori di usufruire del suggestivo percorso gestito dall’Ateneo siciliano in maniera immersiva e multimediale, con lo scopo di trasformare l’esperienza museale in un viaggio alla scoperta del patrimonio storico e culturale della città.
L’app è di facile utilizzo e una volta scaricata, con l’accesso al percorso museale, bisognerà attivare il QRCode per iniziare la visita guidata. Le varie sezioni dell’app offrono contenuti storico-artistici con approfondimenti e contestualizzazioni di un’epoca, quella a cavallo tra 1600 e 1800, in cui in quei luoghi vennero rinchiusi oltre seimila persone. E le incisioni lasciate dai carcerati offrono uno spaccato unico dell’Inquisizione Spagnola in Sicilia, un’opera realizzata da una collettività che si è fatta unica entità in qualità di artista più o meno consapevole e che, come sottolinea il direttore del Sistema Museale d’Ateneo dell’Università di Palermo, Paolo Inglese, non poteva non essere al centro di una ulteriore valorizzazione.
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“Occorre garantire – ha detto Inglese – continuità nell’innovazione. Ringrazio le professioniste straordinarie che hanno collaborato per l’app delle Carceri, il sistema museale ha spinto per poter mettere insieme la capacità di comunicare e il rigore scientifico. La musealizzazione delle carceri era un qualcosa che non poteva mancare – ha aggiunto – visto che in tanti, a cominciare da Sciascia, hanno potuto apprezzare quanto fosse importante il valore di questo sito”. Gli fa eco il Rettore dell’Ateneo palermitano, Fabrizio Micari, che ha voluto ricordare come la creazione dell’app delle Carceri sia solo un tassello in un più ampio impegno di Unipa dal punto di vista della valorizzazione del proprio patrimonio artistico e culturale.
“Abbiamo voluto con grande impegno – ha aggiunto Micari – la riapertura dello Steri, non solo per un elemento di tipo simbolico. È giusto fornire una fruizione completa al visitatore, quindi con il nuovo allestimento della Vucciria e con la nuova app delle Carceri, chi viene a vedere gli spazi museali saprà cosa effettivamente sta osservando – ha aggiunto Micari – nella nostra visione una Università accogliente mette a disposizione di tutti le sue bellezze e il patrimonio storico di cui disponiamo. Lo Steri andava restituito alla collettività, lo abbiamo rinnovato e abbiamo avviato un percorso di arricchimento. E ora questa app che presentiamo rende il percorso più semplice e immediato”.
Il team di lavoro che ha sviluppato l’app, scaricabile in maniera gratuita su dispositivi Android e iOS e attivabile tramite QRCode trovandosi all’interno delle Carceri, è composto da Valeria La Motta, Enrica Zaccone, Francesca Balistreri, con il coordinamento di Laura Barreca, che ha voluto spendere alcune parole per spiegare quali siano i fini di questo progetto e quanto lavoro ci sia alle spalle. “L’App Carceri dell’Inquisizione fa parte di un più ampio progetto dell’Erasmus +. Oggi un importante patrimonio viene restituito alla collettività e per farlo vogliamo puntare sulla tecnologia. Con il progetto GAP – “Graffiti in prison”, avremo anche diverse attività collaterali, tra cui artisti che lavoreranno allo Steri e faranno da mediatori culturali”. La programmazione tecnica dell’app è stata affidata a GStudio ADV e sarà gestita in collaborazione con CoopCulture.