“Tra le varie risposte” date all’emergenza Covid “vi è una, falsamente libera nella sua forma, autoritaria e ricattatoria nella sua sostanza, che il Governo italiano sta imponendo ai suoi cittadini”. È l’affondo degli studenti Unipa, contro l’obbligo del Green Pass anche per partecipare alle lezioni dell’ateneo.
Una certificazione verde definita – nella lunga lettera indirizzata al rettore Fabrizio Micari, al Senato accademico, ai professori e tutti gli studenti – “discriminante”. E che, “oltretutto, viene richiesta ora anche ai lavoratori, tutti, di settori pubblici quanto privati. Categorie, anche queste, colpite come noi e a cui va la nostra solidarietà e vicinanza”.
“Il Green Pass per l’accesso all’istruzione in presenza è dunque una violazione del diritto allo studio del singolo, subdolamente costretto alla vaccinazione, senza alcun riguardo verso il suo diritto (sancito an-che dal consiglio d’Europa e da regolamento UE sul Certificato COVID-19) di consenso libero ed informato a un trattamento sanitario. Riteniamo ciò, sia dal punto di vista giuridico che soprattutto etico, illegittimo e scorretto”.
Studenti no Green Pass non si arrendono: la lettera
“Scriviamo questa lettera indirizzata sia all’intera comunità che vive quotidianamente l’Ateneo sia a tutte le categorie sensibili alla nostra causa – scrivono –. Nell’intento di ristabilire un dialogo che permetta un dibattito sano e costruttivo riguardo il nostro disagio. Una situazione che in queste ultime settimane interessa noi studenti da molto vicino”.
Inoltre il Green Pass costringe gli studenti non vaccinati a sostenere costi eccessivi e nella maggior parte dei casi insostenibili. O in alternativa a ricorrere alla didattica a distanza, mezzo che non è assolutamente all’altezza della didattica in presenza che è invece garantita agli studenti vaccinati, pur potendo questi ultimi contagiare allo stesso modo dei non vaccinati. E nonostante entrambi paghino le medesime tasse universitarie, ricevendo un servizio nettamente diverso”.