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Università, approvato il software spia per non copiare agli esami


L’Università di Torino tira dritto sul “proctoring” il software spia, che secondo gli studenti che protestano contro l’introduzione dei software, riguarda la privacy. Ma non solo: c’è anche il tema dell’effettiva efficacia, perché, come spiega ad esempio Fulvio Corno, ordinario di Sistemi informativi aziendali al Politecnico,  “I sistemi che si basano sull’intelligenza artificiale e cercano di intuire dalla mimica degli studenti se stiano copiando, o se qualcuno stia suggerendo, sono tarati sul mondo anglosassone e attivano warning non accurati nel caso degli studenti italiani“.

Il software spia 

E’ basato su telecamere per controllare che gli studenti non copino durante gli esami a distanza. L’unica concessione sarà un mese di monitoraggio del sistema informatico per capire se davvero il sistema provochi i disagi prospettati dagli universitari. “Il 12 aprile faremo un bilancio di questa sperimentazione e decideremo come andare avanti” ha spiegato il rettore Stefano Geuna durante il consiglio.

Come funziona il proctoring?

  • Gli studenti avviano il software e accedono alla sezione esami sul sito dell’università;
  • Avviene un check preliminare in cui lo studente deve identificarsi con un documento, mostrare la stanza tramite webcam e testare il funzionamento del microfono;
  • Ha inizio la prova. La telecamera rileva eventuali movimenti sospetti, con particolare attenzione allo sguardo dello studente;
  • Il microfono segnala rumori o voci sospette;
  • Per ogni azione sospetta il docente riceve un warning;
  • Il software proctoring registra l’attività di mouse, tastiera e schermo;
  • La registrazione è poi resa disponibile al docente per un controllo postumo alla prova.

I difetti funzionali del Software spia studenti

Il numero spropositato dei warning di movimenti o suoni sospetti ha spesso portato gli insegnati a ignorarli. Per altro molte di queste azioni si sono poi rivelate innocenti. Per capirci, quale studente per rispondere a una domanda impegnativa non si prende un attimo per pensare magari guardando nel vuoto?

Il trattamento dei dati

Al di là dei difetti strettamente funzionali di questi sistemi software proctoring, i problemi principali da considerare riguardano il trattamento dei dati, la privacy e la sicurezza.
I dati raccolti dai software di proctoring sono ceduti a società straniere che devono quindi rispettare il GDPR. Nonostante ciò le scuole e gli atenei rispondono per la scelta dei sistemi. Perciò eventuali sanzioni per violazioni sono interamente a loro carico.

Sebbene i responsabili dei principali software proctoring affermino di rispettare tutte le norme di privacy, la questione del trattamento dei dati non è del tutto trasparente. Ad esempio, Proctorio è uno dei sistemi più utilizzati e dovrebbe essere presumibilmente uno dei più sicuri. Tuttavia, sul sito ufficiale non è specificato il luogo preciso dove sono allocati i server che contengono i dati.

Cyber security

Purtroppo, anche la sicurezza dei dati è stata colpita. Il 27 luglio la società ProctorU ha dichiarato di aver subito un data breach che ha causato la perdita di riservatezza di circa 444.000 records. Durante l’attacco i criminali informatici hanno acquisito dati biometrici, immagini e video delle stanze, voci ecc.

Il proctoring nasce per evitare che gli studenti copino o barino durante gli esami. Ma al netto di tutto ciò che è stato detto, la domanda sorge spontanea: cos’è più importante? Che uno studente non usi un bigliettino durante un esame o preservare la sicurezza e l’integrità di un’ingente mole di dati sensibili?


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