La crisi economica, che ha dimezzato i redditi delle famiglie, potrebbe avere ripercussioni anche per gli studenti che devono iscriversi all’università. L’allarme arriva da uno studio dello Svimez, l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno. Sarebbero almeno 10.000 i ragazzi freschi di maturità potrebbero rinunciare a iscriversi. I due terzi di questi vivono al Sud. e, a causa della crisi economica, che ha tagliato i redditi delle famiglie, potrebbero essere costretti a rinunciare all’università.
Per evitare questa eveninza molti atenei hanno deciso di ridurre le tasse e di potenziare la didattica a distanza.
Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano e presidente della Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane si è detto molto preoccupato: «Questo è un grosso problema, dal momento che siamo già tra gli ultimi Paesi in Europa per numero di laureati: solo il 27,8% delle persone fra 30 e 34 anni, contro una media del 40%. I giovani hanno fame di lavoro e l’alta formazione è un’arma formidabile per affrontare le sfide di oggi»
Situazione simile al post recessione 2008?
I dati dello Svimez sembrano simili a quelli registrati dopo la crisi finanziaria del 2008, quando ci fu un calo di iscrizioni anche del 10%.
Ma siamo davvero in anticipo per soppesare la reale portata della riduzione. Di certo la flessione più evidente si avvertirà sul numero degli studenti stranieri. E gli studenti stranieri normalmente erano quasi 15.000 l’anno. In Italia però alcuni atenei registrano una controtendenza rispetto a questo trend. Genova ad esempio, già adesso dichiara il doppio delle richieste. A Milano la Cattolica ha esaurito i posti per i corsi a numero chiuso. A mostrare prograssi anche gli atenei calbresi (+15% di preiscrizioni) e L’Università di Palermo (+33% rispetto a 5 anni fa).
Sconti agli studenti emigrati che rientrano
Per invogliare i giovani a iscriversi l’ateneo, l’Università di Palermo ha esteso la “no tax area”, cioè la soglia entro cui non si pagano tasse, fino a 25.000 euro l’anno di reddito familiare Isee. E la Regione Sicilia già nei mesi scorsi aveva stanziato 1.200 euro per ogni studente emigrato deciso a rientrare. Una mossa replicata anche dalla Puglia, che promette di azzerare il conto per chi torna, e dall’università della Basilicata, che invita i suoi giovani con il 50% di sconto.
La classifica italiana delle Università
La classifica dei migliori atenei italini continua a essere dominata da Bologna. Seguita da Padova, Firenze e dalla Sapienza di Roma. Sono le prime 4 nella classifica 2020 delle università statali stilata dal Censis. Questa classifica si basa su punteggi assegnati a diversi aspetti: strutture, borse di studio, livello di internazionalizzazione. Bologna primeggia nel gruppo dei mega-atenei, quelli con oltre 40.000 iscritti. Tra i grandi, fra 20.000 e 40.000, si trovano Perugia e Pavia; tra i medi Trento e Sassari; tra i piccoli vince Camerino; tra i Politecnici ci sono Milano, Venezia e Torino. La Bocconi di Milano è la prima università privata.