Anche in ambito universitario le donne hanno la stessa sorte lavorativa di tutti gli altri ambiti. Sono brave, riescono ad accellere, a volte più degli uomini, ma poi nel fare carrier e ricoprire ruoli di successo, sono discriminate rispetto agli uomini. All’Università come già nei gradi scolari inferiori, primeggiano e ottengono risultati eccellenti. Ma, quando si tratta di fare carriera dentro le Università italiane le donne restano indietro.
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Qualche cifra su donne e università
Le donne si iscrivono di più all’Università, il 55% di più per essere precisi. E si laureano di più, il 57%. Restare dentro agli Atenei è però altra storia. È al 50% il numero di dottori di ricerca. I ricercatori vedono gli uomini al 53%, fra gli associati sono al 61% e fra i professori ordinari al 75.
«Fra i dottori di ricerca e gli assegnisti il numero delle donne è pressoché uguale a quello degli uomini, ma a partire dai ricercatori diventa maggioritaria la componente maschile e la forbice si allarga sempre più man mano che si sale fra i professori associati e gli ordinari». Lo ha spiegato al Corriere della Sera Raffaella Rumiati, coordinatrice del dottorato in neuroscienze cognitive della Scuola internazionale superiore di studi avanzati (Sissa) di Trieste. La Rumiati è stata per quattro anni vicepresidente del consiglio direttivo dell’Anvur, l’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca.
Le maggiori differenze sono nelle facoltà scientifiche, quelle coinvolte nella polemica del senatore Pillon che definiva le donne più adatte all’accudimento contro la proposta dell’Ateneo di Bari di abbassare le tasse per le iscrizioni al femminile nelle facoltà scientifiche. Sarebbe proprio l’abbassamento delle tasse, fatto con parte dei fondi dedicati alle donne nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, uno dei metodi per far calare questo divario.
Nelle scienze mediche all’Università, nel 2019, le donne erano il 68% dei laureati e appena il 15% dei professori associati. Il divario è più largo al Sud, ma esiste chiaramente anche al Nord. Maggiore ancora la differenza nelle facoltà Stem, scienza, tecnologia, ingegneria, matematica. Qui sono meno anche le studentesse che non trovano modelli in cui identificarsi.
Ci sono più laureate rispetto agli uomini nelle materie letterarie, il 79%. Sono invece maggiori i laureati in ingegneria o informatica, il 70%, e in matematica e fisica. Le donne sono prevalenti in chimica e biologia. In totale per le lauree Stem i maschi erano il 61% nel 2019.
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