Dei 13 miliardi previsti dal Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per il settore Università e ricerca (misura 4), il 37% sarà investito in attività di ricerca a progetti, il 21% nel personale, l’11% nelle infrastrutture di ricerca e il 17% per favorire l’aumento di laureati attraverso orientamento, residenze universitarie e sistemi di borse di studio. Lo ha spiegato la ministra dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, intervenuta questa mattina nel corso di un dibattito online promosso dalla Federazione Lavoratori della Conoscenza CGIL.
“Il piano va impostato conoscendo bene gli obiettivi e utilizzando questi fondi come volano per poi andare a regime, a partire dal 2025, in modo diverso rispetto al passato – ha commentato la ministra – per tornare a un livello competitivo, dobbiamo dotarci di un sistema organico aumentando gli investimenti e arrivando almeno all’1,8% del Pil, valorizzando i giovani e un sistema di mobilità. Abbiamo davanti un orizzonte di tempo contenuto e delimitato. Dobbiamo pensare a un progetto di visione condiviso con il mondo della ricerca, partire con azioni identificabili chiaramente e crescere rapidamente”.
Leggi anche: Università, la ricetta del ministro Messa per riaprire in fretta
“Tutto sarà fatto insieme all’Europa – ha aggiunto Messa – potenziando le strutture che già esistono e favorendo le connessioni pubblico-privato. Il diritto allo studio – ha concluso la ministra – deve far parte del piano non come forma di spesa una tantum, ma come forma che deve dare uno stimolo al nostro Paese. È un problema che dobbiamo risolvere con i nostri fondi, accompagnando studenti e famiglie dalla spesa universitaria al welfare”.