Tasse università. È uscita l’aggiornamento annuale del rapporto di Eurydice dal titolo: National Student Fee and Support Systems in European Higher Education – 2020/21. Lo studio, come ogni anno, offre una panoramica comparativa sui sistemi di tassazione e di supporto finanziario agli studenti dell’istruzione superiore e universitaria in 43 sistemi educativi europei. Le schede nazionali, che completano il rapporto, contengono quindi informazioni dettagliate su tasse, borse di studio, prestiti e altri benefit presenti nei singoli paesi. Scopriamo insieme cos’è emerso quest’anno.
L’Italia ha le tasse universitarie tra le più alte d’Europa
Tra tutti i Paesi europei messi a confronto dal rapporto di Eurydice spiccano in modo particolare Danimarca, Grecia, Cipro, Malta, Finlandia, Svezia e Turchia che permettono ai loro studenti di frequentare il primo ciclo di Università senza dover pagare le tasse. L’Italia invece è tra i paesi in cui in le tasse universitarie annue superano i 1.000 euro, a farci compagnia anche Spagna, Ungheria, Paesi Bassi e Svizzera. Peggio di noi solamente Regno Unito e Norvegia, dove le tasse universitarie superano i 3.000 euro annui.
Aiuti e sostegni universitari: disponibili in tutta Europa?
Nel nostro ordinamento universitario sono adottate politiche di differenziazione degli importi delle tasse a carico degli studenti in base alle condizioni economiche: ma non accade ovunque, infatti ad esempio in Paesi come Belgio – Comunità tedesca e fiamminga, Lussemburgo, Paesi Bassi, Portogallo, Regno Unito – Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, Albania, Svizzera, Islanda e Liechtenstein, non esistono rette ridotte in base al reddito familiare. Mentre in Italia , in Belgio (Comunità francese e fiamminga), Francia, Spagna, Irlanda, tramite la dichiarazione di quello che da noi è noto come l’ISEE, si possono avere riduzioni sulle tasse universitarie, anche di svariate centinaia di euro.
Borse di studio e tasse università: l’Italia tra gli ultimi in Europa, ma in miglioramento
L’Italia, purtroppo, rientra nel gruppo di Paesi europei che hanno un’alta percentuale di studenti universitari che pagano le tasse e una bassa percentuale di studenti che ricevono una borsa di studio, infatti nel nostro paese si stima che solamente il 14% degli studenti universitari frequentano un ateneo grazie a una borsa di studio. Fanno parte di questo gruppo anche Belgio, Bulgaria, Irlanda, Spagna, Francia, Paesi Bassi, Portogallo, Svizzera, Macedonia del Nord, Regno Unito, Albania, Bosnia Erzegovina, Islanda e Serbia. Tuttavia la situazione, ovviamente, sta cambiando anche a causa della pandemia e dell’emergenza sanitaria da Covid-19, dunque qui da noi sono state intraprese una serie di misure nell’ambito delle tasse per l’istruzione superiore e del sostegno finanziario agli studenti con problemi di liquidità. In vari paesi sono stati previsti maggiori finanziamenti per sostenere gli studenti, come fondi aggiuntivi a disposizione degli istituti di istruzione superiore per coloro che si trovano in stato di bisogno, come in Italia e in Scozia. E infatti a maggio 2020 in Italia è stato aumentato da 13.000 a 20.000 euro il limite di reddito familiare (definito in ISEE Indicatore di Situazione Economica Equivalente) che permette agli studenti di essere esentati dal pagamento delle tasse, con l’obiettivo di concedere esenzioni a più studenti in situazioni di precarietà.
Le dichiarazioni dell’Unione degli Studenti sul report di Eurydice
“La combinazione tra gli elevati importi della tassazione e il bassissimo numero di borse di studio influisce pesantemente sul numero delle e degli iscritti all’università, già ampiamente al di sotto della media europea. – Dichiara Enrico Gulluni, Coordinatore dell’Unione degli Universitari – Il rapporto conferma ciò che da anni diciamo: serve la volontà politica di investire pesantemente nell’istruzione, per rendere l’università gratuita e accessibile come già accade in altri paesi, da nord a sud dell’Europa, e per ampliare la platea delle e degli idonei alla borsa di studio, rimodulando i criteri di accesso ai bandi del diritto allo studio”. Queste le dure parole di critica che l’Unione degli Studenti ha rivolto al Ministero dell’Istruzione, ma Gullini non si è fermato qui: “Non è più ammissibile – continua Gulluni – che l’università rimanga appannaggio di pochissimi. È necessario, ora che il nostro Paese si prepara ad affrontare la discussione sui fondi del Next Generation EU, che lo si faccia con obiettivi chiari e coraggiosi, perché l’università possa davvero svolgere la funzione di ascensore sociale che da sempre rivendichiamo.”