Anche le Università rischiano di chiudere e non è colpa del Covid-19, ma del calo demografico ( e non solo). Sono un insieme di fattori che mettono e metteranno a rischio la tenuta del sistema formativo universitario in Italia. Tra cui, inevitabilmente italiana, la gestione non innovativa e non rivolta al futuro.
A interessarsene è stato uno studio universitario di Massimo Armenise e Federico Benassi, chiedendosi quali rischierebbero di più in un futuro imminente. Dai dati che emergono dallo studio, le Università italiane più grandi e di prestigio, come quelle di Roma, Milano e Bologna non rischiano di chiudere – diversamente da Napoli – sono le università più piccole e locali che potrebbero non esistere più da qui a trent’anni.
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Quali atenei rischiano di chiudere e perché: la classifica
- Sannio
- Foggia
- Casamassima – LUM
- Salento
- Salerno
- Bari Politecnico
- Bari
- Napoli II
- Basilicata
- Roma UNINT
- Cagliari
- Napoli Benincasa
- Napoli L’Orientale
- Messina
- Molise
- Enna – KORE
- Napoli Parthenope
- Sassari
- Napoli Federico II
- Perugia Stranieri
- Roma Biomedico
- Catania
- Roma Europea
- Reggio Calabria
- L’Aquila
- Roma Foro Italico
- Macerata
- Chieti e Pescara
- Roma LUMSA
- Marche
- Teramo
- Calabria
- Castellanza LIUC
- Aosta
- Milano San Raffaele
- Roma LUISS
- Torino Politecnico
Lo studio che si è proposto di analizzare quali saranno le università a rischio chiusura, ha preso i dati relativi al calo delle nascite e quelli relativi alle iscrizioni locali delle università stesse per stilare una percentuale del calo di iscrizioni. Un dato risalta maggiormente: a rischio sono le realtà locali e del Sud.