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Università, lo scandalo degli insetti nei piatti e capelli nelle patatine a mensa


In questo articolo, tratto da Repubblica Palermo e scritto da Marta Occhipinti, si analizza uno scandalo che ha colpito le mense dell’Università degli Studi di Palermo.

l problema sembra essere legato alla qualità del cibo servito nelle mense universitarie, che sarebbe stato denunciato da alcuni studenti che avrebbero trovato nei loro piatti alimenti scaduti o di bassa qualità. La questione ha suscitato molte polemiche e ha spinto le autorità universitarie a intervenire per garantire il rispetto delle norme igienico-sanitarie e la qualità del servizio offerto agli studenti. L’articolo esplora quindi le cause e le conseguenze di questo scandalo, ponendo l’attenzione sui problemi di gestione e controllo delle mense universitarie e sulle possibili soluzioni per migliorare la situazione.

Insetti nelle pietanze ordinate a mensa, poca varietà nei menù, soprattutto per l’utenza vegetariana, e la richiesta di un miglioramento complessivo di quantità e qualità dei piatti offerti. A distanza di cinque mesi dall’inchiesta di “Repubblica” sulle condizioni delle residenze universitarie, gli studenti continuano a denunciare la qualità del servizio di ristorazione, a loro detta “scadente”. E nonostante abbia un app per l’asporto, secondo gli universitari continua a “lasciare molto a desiderare quanto a condizioni igienico-sanitarie”.

Le foto che circolano nelle chat “Spotted” su Telegram, nelle pagine Instagram e nei gruppi studenteschi sono eloquenti: insetti nei broccoli, ragni nel riso, capelli nelle patate fritte e blatte trovate nelle confezioni di succhi di frutta. Tutti documenti fotografici raccolti negli ultimi mesi dalla popolazione studentesca che ogni giorno usufruisce dei servizi mensa nelle diverse residenze.

Martedì scorso i rappresentanti dell’associazione “Impronta studentesca” hanno chiesto e ottenuto un incontro con l’Ersu e la Cot Ristorazione, l’azienda che si è aggiudicata l’appalto del servizio mensa e nel 2019 ha contribuito alla ristrutturazione di quella del “Santi Romano”, una delle quattro mense universitarie – la più frequentata dagli studenti – accanto a quelle di San Saverio, Santissima Annunziata e il padiglione del Civico, punto privilegiato dagli studenti e tirocinanti del Policlinico.

“Già nei giorni scorsi abbiamo attivato un modulo Google per ricevere segnalazioni sulle condizioni dell’erogazione del servizio ristorazione, sia per quanto concerne la mensa che per il take away e il social food con consegna pasti – dice Rosi Murania di Impronta studentesca – vogliamo migliorare un servizio che non può continuare a ignorare fattori di igiene fondamentali. Si tratta di un diritto a una vita studentesca decorosa. Il nostro monitoraggio è al servizio dell’azienda per potere dialogare al meglio. Abbiamo condiviso le segnalazioni degli studenti circa la presenza degli insetti e abbiamo anche richiesto la dotazione di forni a microonde negli spazi comuni della residenza Santi Romano, perché mancanti o mal funzionanti”.

L’incontro prosegue l’iniziativa pubblica “La mensa siamo noi”, lanciata proprio lo scorso novembre da “Impronta studentesca” con una protesta silenziosa di centinaia di studenti, in fila all’ingresso della mensa del Santi Romano rifiutandosi di toccare i pasti. Anche alla mensa San Saverio, gli studenti continuano a lamentare “piatti e posate non di rado sporche, oltre alla presenza di insetti nelle pietanze”.

Da parte sua l’Ersu ha già deliberato in cda una manifestazione d’interesse, che sarà pubblicata entro la settimana, per il reclutamento di un esperto di qualità esterno all’amministrazione dell’ente per un maggiore controllo igienico-sanitario su ristorazione e somministrazione dei pasti.

“I nostri servizi sono erogati secondo tutte le misure Haccp richieste per i servizi ristorativi e di preparazione dei cibi. Siamo aperti al dialogo con gli studenti”, replicano dall’azienda Cot, che eroga 400mila pasti l’anno e circa 2mila pasti giornalieri. La Cot, in seguito al confronto con gli studenti, si è già impegnata nuovamente a migliorare il servizio qualità e quantità dei piatti somministrati agli studenti. Sono aumentati intanto i punti di delivery e distribuzione veloce dei cibi: già da febbraio è stato inaugurato quello del Conservatorio, in via Squarcialupo, mentre dall’11 aprile sono presenti due punti nelle sedi dell’Accademia di Belle arti, uno, nella bidelleria di Palazzo Molinelli Santa Rosalia, in via Papireto, l’altro, nella bidelleria dello Spazio Nuovo Ducrot ai Cantieri della Zisa, in via Gili. (Fonte)

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