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Università, polemica sul manuale gender: “Dire ‘studenti’ in aula è sessista e non inclusivo”


Ancora polemiche sulle nuove componenti lessicali ugualitarie all’Università. Da una parte si trovano quelli che sono in disaccordo con il linguaggio gender e preferiscono rimanere sui vecchi usi, dall’altra quelli che credono che un nuovo vocabolario possa cambiare il mondo, in particolare quello accademico.

Questa volta ad essere al centro del dibattito è un manuale di bon ton creato dall’Università Milano Statale che consiglia di cambiare ai professori e ai dipendenti universitari alcuni usi e modi di dire tra le comunità studentesca in aula. Il libretto contiene circa 15 pagine.


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Polemica sul manuale gender: “Dire ‘studenti’ in aula è sessista e non inclusivo”

A mettere al centro la vicenda in tema gender è il quotidiano La Verità. Per esempio si dovrebbe scrivere o dire “studentesse e studenti” oppure si deve optare per  “comunità studentesca“. Il rettorato milanese chiede che il Garante degli studenti diventi “Garante della comunità studentesca”, che i Servizi agli studenti diventino “Servizi allo studio“.

A portare questo manuale ai giornali sono stati i professori che vedono delle perplessità nell’azione di tale manuale. Ma non tutti sembrano essere contrati all’idea. Il decalogo universitario “gender” in questione ha l’obiettivo di “rimuovere gli ostacoli di genere, fra i quali si ritiene sia da ricomprendere un uso della lingua non sufficientemente inclusivo“.


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”