In questo articolo, esploreremo un caso curioso segnalato da una studentessa che descrive un comportamento poco professionale da parte di un professore nei suoi confronti. Queste segnalazioni sono importanti perché ci permettono di far emergere comportamenti che non fanno onore a un’istituzione così importante come l’università. La lettera della studentessa ci fornisce un’opportunità unica per discutere di questo tema e per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla importanza di garantire un ambiente di apprendimento sicuro e rispettoso per tutti gli studenti.
Ecco la lettera
Ciao, sono una ex studentessa, ormai e per fortuna laureata in Giurisprudenza, non a Unipa.
Ero al secondo anno di università quando un professore, con il quale avevo sostenuto un esame con il massimo dei voti, mi fermò chiedendomi come stesse procedendo il mio percorso. Risposi: “procede tutto bene, professore, grazie!”
Si permise di dirmi: “ah! Nonostante la tua faccia, i miei colleghi ti trattano bene”.
Non sapevo cosa dire sul momento e mi venne spontaneo replicare: “perché? La mia faccia cosa ha che non va?”
“Ma dai stavo scherzando”
Immaginate come io mi sia potuta sentire, immaginate come ho trascorso i successivi anni, con la costante paura di essere valutata in base al mio aspetto fisico, un aspetto fisico che iniziai ad odiare. E che tutt’ora odio. Da quel momento non riuscii più ad uscire da casa, iniziai a non presentarmi agli esami per paura che i professori potessero valutarmi in base al mio aspetto fisico, e non in base alla mia preparazione. Ancora oggi ho questa paura.
Alla fine, il mio percorso si è concluso con il massimo dei voti, con i complimenti dei docenti ad ogni esame sostenuto e con plausi.
Ma quelle parole me le porto sempre dietro e feriscono sempre, pronte a scoraggiarmi nei momenti bui e a rovinare anche i momenti felici.