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Università, riformare il corso di laurea in Giurisprudenza: le proposte al Ministero


Rendere meno teorico e più professionalizzante il corso di laurea in Giurisprudenza. Se n’è parlato all’apertura di un tavolo per la riforma del corso in modo da renderlo più moderno e rispondente alle attuali logiche del mercato del lavoro. All’incontro l’avvocata Concetta Ventura del Foro di Catania, il segretario generale del ministero dell’Università Maria Letizia Melina e la direttrice generale per la formazione universitaria, l’inclusione e il diritto allo studio Marcella Gargano.

È stata l’occasione per discutere delle criticità all’attuale assetto del corso di laurea in giurisprudenza, ritenuto obsoleto e poco flessibile essendo strutturato con un’impronta esclusivamente teorica. “All’indomani della laurea il giovane giurista non sa interpretare un contratto o redigere un atto processuale”.


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“L’acquisizione di tali abilità viene, infatti, demandata al post lauream e, in particolare, ai vari tirocini (su tutti, il tirocinio forense), con la conseguenza che solo decorso un certo lasso di tempo, variabile dall’anno ai due anni, si ha un professionista formato per svolgere la professione”, spiega la legale. Ciò è in netta contrapposizione con quanto accade in altri paesi europei ed extra-europei. L’avvocata ha presentato delle proposte di riforma del corso che saranno discusse attorno a un tavolo tecnico che verra’ aperto al Ministero.

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