Caro Affitti: È partita da Milano ma ormai si sta allargando a macchia d’olio: è la protesta degli studenti che stanno piantando delle tende davanti ai rettorati delle università italiane per protestare contro il caro affitti. Dopo i casi del Politecnico di Milano e della Sapienza di Roma, tra ieri e oggi nuovi camping improvvisati sono spuntati a Cagliari, Torino, Bologna, Firenze e Pavia. Tutti chiedono la stessa identica cosa: un impegno concreto da parte del Governo e del Ministero per cercare di risolvere l’annosa problematica degli affitti per gli studenti che, come hanno dimostrato recenti indagini di mercato, stanno raggiungendo cifre da capogiro. A Milano, in media, per dormire e studiare in una camera singola ci vogliono almeno 628 euro, un centinaio di euro in meno a Bologna e Roma.
Ma la situazione sembra ormai sfuggita di mano anche in quelle realtà dove i singoli atenei erano riusciti a sottoscrivere accordi specifici con i territori per garantire agli studenti prezzi calmierati. Una strategia però che molto spesso si rivela inefficace davanti a una domanda di stanze sempre più frenetica e in continua crescita soprattutto dopo la fine delle restrizioni per la pandemia e il ritorno delle lezioni frontali.
“Impensabile pagare una stanza 500 euro”
“Il costo di una camera singola a Pavia – racconta Giorgia Cervio, rappresentante degli studenti in Edisu Pavia – non è certo basso, però confermiamo come l’accordo territoriale venga rispettato nella maggior parte dei casi e questo consente di trovare delle singole, pagandole in media 300 euro al mese, che è molto meno rispetto a Milano oppure alla media del Nord Italia. Ma ci sono anche molti locatari che offrono affitti a studenti al prezzo di 500 euro. È diverso, invece, il posto in camera doppia: il prezzo si aggira circa sui 250 euro. A causa della mancanza di alloggi e dei prezzi così alti molte studentesse e studenti non sanno dove abitare. Vogliamo delle soluzioni concrete per contrastare l’emergenza abitativa”.
“Costretto a fare il pendolare”
“Quello degli affitti stratosferici è un problema che vivo in prima persona – racconta invece Damiano, studente iscritto al primo anno di Lettere e Filosofia della Sapienza di Roma, uno di quelli che ieri hanno piantato le tende davanti alla statua della Minerva – Faccio il pendolare, tutti i giorni ci metto 3 ore per andare a lezione e tornare a casa a Civitavecchia, dove vivo. Una casa non me la posso permettere”.
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La mobilitazione dell’Udu
L’Udu ha lanciato una mobilitazione nazionale che si spera possa portare in breve tempo a dei risultati concreti. “Stiamo mandando una lettera alla ministra dell’Università e della Ricerca, in cui chiediamo un confronto e l’apertura di un tavolo per affrontare l’emergenza abitativa. Chiediamo anzitutto di realizzare residenze universitarie che rientrino nel diritto allo studio, le uniche che possono garantire a tutti gli studenti di studiare, indifferentemente dalla loro situazione economica. Ma poi chiediamo anche di incrementare il fondo di sostegno ai fuorisede, per il quale la legge di bilancio ha previsto soltanto 4 milioni di euro. Una cifra evidentemente ridicola vista la colossale crisi abitativa e il caro affitti”.
La risposta dei rettori
Intanto è arrivata una prima risposta del presidente della Conferenza dei rettori (Crui), Salvatore Cuzzocrea: “Che il problema affitti ci sia è indubbio ma siamo al lavoro con il ministro dell’Università Anna Maria Bernini, abbiamo già realizzato 8mila nuovi posti. La soluzione è riconvertire edifici per dare subito alloggi a prezzi più bassi agli studenti nelle residenze”.