Aumentano i casi di studenti che soffrono di ansia e difficoltà psicologiche. Perché si mente: per tranquillizzare i genitori. Il sondaggio
Avevo congelato la mia carriera universitaria perché, di colpo, per motivi che neanche io ho ancora capito, ho avuto un crollo. Anni in cui ero concentrata solo sullo studio, non facevo altro, non pensavo ad altro, risultati eccellenti, percorso roseo senza intoppi, e poi, a un
— Paola. (@Iperborea_) March 16, 2023
Ci sono storie che finiscono malissimo, altre, come quella raccontata venerdì 17 marzo su Twitter da Paola, che mostrano resilienza e offrono speranza: «Avevo congelato la mia carriera universitaria perché di colpo e per motivi che neanche io ho ancora capito ho avuto un crollo», racconta in un thread che ha avuto oltre duecentomila visualizzazioni in poche ore. Il finale è una riscossa: dopo anni di fatica, blocco, «bolla d’ansia», Paola ha ripreso a studiare e a dare esami.
Aumentano i casi di difficoltà psicologica, crisi da stress, ansia da prestazione, timore di essere inadatti e incapaci, di non rispondere alle aspettative dei professori e delle famiglie. Secondo un sondaggio tra gli studenti fatto dal sito Skuola.net circa uno studente universitario su 3 ammette di aver mentito alla famiglia sulla propria carriera studentesca. In circa la metà di questi casi – si parla del 16% del totale – la bugia è sistematica. Tra chi, a oggi, continua a tenere nascosta la realtà dei fatti, solo 1 su 3 afferma di essere nel pieno controllo della situazione. Mentre il 32% vorrebbe vuotare il sacco ma non riesce a trovare il coraggio, e il 35% è convinto che non si possa più tornare indietro.
Se venisse scoperto dalla famiglia sul reale stato delle cose, il 25% ritiene di poter essere preda di uno stato di disperazione e la stessa percentuale afferma di poter ipotizzare anche un gesto estremo.
Intervenire sulla famiglia
Con questi dati viene da chiedersi se non sia tardi per correre ai ripari e soprattutto quale può essere una strategia utile per fermare o limitare questo fenomeno che rischia di diventare patologico. Secondo gli studenti il problema è in famiglia: uno su due (46 per cento) vorrebbe che passasse il messaggio che non è che una laurea sia per forza il sinonimo di successo. La prima spiegazione di chi comincia a mentire sui propri esami ai genitori è quella di volerli tranquillizzare. Solo il 15% vede utile potenziare il supporto psicologico da parte degli atenei, mentre uno su tre vorrebbe un approccio più umano e comprensivo da parte delle Università.