Multa salatissima per la Bocconi di Milano. La prestigiosa Università, secondo il Garante della Privacy non ha rispettato le direttive sul trattamento dei dati personali degli studenti iscritti. L’Ateneo avrebbe infatti “spiato” gli studenti durante gli esami da remoto, nelle settimane di lockdown dello scorso anno.
Multa di 200.000 euro per la Bocconi
Duecento mila euro di multa e lo stop immediato all’utilizzo dei software di proctoring. È questa la severa sanzione che il Garante della privacy ha irrogato all’Università Bocconi di Milano. La causa? L’utilizzo di due programmi definiti “indebitamente invasivi” durante lo svolgimento degli esami a distanza a causa della pandemia.
Le tecniche invasive
Nello specifico, si parla di “Lockdown browser”, software che blocca tutte le attività sul PC degli esaminandi ad eccezione della finestra relativa all’esame, e “Respondus monitor”, programma incaricato di vigilare e segnalare comportamenti sospetti dello studente, come per esempio il non guardare il monitor durante la prova o l’alzarsi dalla propria postazione nascondendosi all’occhio della telecamera. Proprio quest’ultimo, sarebbe stato utilizzato da centinaia di Università italiane rappresentando, a detta dei docenti, un valido supporto nella supervisione delle verifiche scritte.
La segnalazione
L’inchiesta del Garante ha preso il via dopo la segnalazione dello studente inglese Joseph Donat Bolton, 21 anni, laureatosi alla Bocconi lo scorso mese di luglio. Nella sentenza si legge che “Tali sistemi non devono essere indebitamente invasivi e comportare un monitoraggio dello studente eccedente le effettive necessità”.
Il trattamento dei dati personali
Un altro problema riscontrato dal Garante riguarda la conservazione dei documenti acquisiti durante la registrazione. Resta infatti da chiarire per quanto tempo tali immagini possono restare in archivio e dove, anche se è stato appurato che i dati personali subiscono un trasferimento negli Stati Uniti d’America.