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Vaccini e seconda dose: è possibile cambiare farmaco? Ecco cosa dicono gli esperti


Vaccini e seconda dose – La scheda tecnica di Pfizer raccomanda il richiamo dopo 21 giorni, quella di Moderna dopo 28.

La commissione tecnica scientifica dell’Aifa si è espressa in maniera favorevole ad allungare i tempi del richiamo:

«solo qualora si rendesse necessario dilazionare di alcuni giorni la seconda dose. Non è però possibile in ogni caso superare l’intervallo di 42 giorni per entrambi i vaccini».

Stessa raccomandazione da parte dell’Oms, che però si rivolge a governi dove il servizio sanitario è molto carente. L’Aifa ribadisce che «per ottenere la protezione ottimale è necessario comunque completare il ciclo vaccinale».

In questi giorni in cui si discute di come ottimizzare al massimo la gestione delle dosi disponibili per dare lo sprint che possa portare a raggiungere finalmente le 500mila dose al giorno. Si è parlato a più riprese dell’opportunità di ritardare la seconda dose dei vaccini a Rna messaggero che potrebbe essere quasi raddoppiato.

I trial di Pfizer e Moderna hanno mostrato un innalzamento delle difese immunitarie a partire dalla prima dose di vaccino. La dose singola fornisce già un’elevata protezione dalle forme gravi di Covid e dai decessi, con effetti sull’alleggerimento della pressione sugli ospedali.

Perché ritardare la seconda dose di vaccino?

Effettuare la seconda iniezione in tempi successivi permette di avere a disposizione più dosi per le prime somministrazioni. Non è la soluzione ottimale e non è raccomandata, ma in una situazione di obiettiva difficoltà nel reperimento dei vaccini.

In cui si registra ogni giorno un alto numero di decessi, come sta succedendo in Italia, questa scelta garantisce di immunizzare un numero maggiore di persone. Il Regno Unito ha seguito questa via per ridurre i problemi di scarsa disponibilità del vaccino in una fase critica della pandemia.

Quanto si è protetti tra la prima e la seconda iniezione?
I trial di Pfizer e Moderna hanno mostrato un innalzamento delle difese immunitarie a partire dalla prima dose di vaccino. La dose singola fornisce già un’elevata protezione dalle forme gravi di Covid e dai decessi, con effetti sull’alleggerimento della pressione sugli ospedali.

Diversi studi hanno dimostrato che l’efficacia nel prevenire la malattia dei vaccini a mRna a 2-3 settimane dalla prima iniezione varia tra il 52 e l’80 per cento. L’efficacia del vaccino AstraZeneca contro ogni forma sintomatica di Covid arriva al 76% a partire da tre settimane dalla prima dose

medici di famiglia per quanto riguarda il vaccino Astrazeneca

In base alla circolare con cui il ministero della Salute ha aggiornato le raccomandazioni sul vaccino Vaxzevria di AstraZeneca, inviata a Regioni, istituzioni ed associazioni – il vaccino risulta approvato dai 18 anni d’età. Visto però il basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte dell’elevata mortalità da Covid-19 nelle fasce di età più avanzate – cita la circolare – si rappresenta che è raccomandato un suo uso preferenziale nelle persone sopra i 60 anni”. Dante Cintori, medico di base e segretario modenese della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale spiega quindi come si attendano le indicazioni da parte della Regione Emilia Romagna per proseguire con la campagna vaccinale.


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