Le persone che sono state vaccinate contro il coronavirus potrebbero comunque trasmetterlo a chi non ha ancora ricevuto il farmaco, per questo è importante continuare a seguire le regole di distanziamento sociale.
È l’avvertimento del professor Jonathan Van Tam, consulente del governo britannico e vice capo della Sanità inglese. In Gran Bretagna sono 5,8 milioni le persone che hanno ricevuto la prima delle due dosi di vaccino necessarie, 478.248 soltanto nella giornata di ieri, numero record dall’inizio del programma l’8 dicembre.
Covid, i vaccinati possono trasmettere il virus
Tuttavia, scrive il professore in un articolo pubblicato sul Sunday Telegraph, “anche se le avete avute entrambe potreste trasmettere il Covid-19 a qualcun altro”. Il vaccino “può evitare di ammalarsi in modo grave”, spiega Van-Tam, “ma non sappiamo ancora se impedisce il contagio”.
In Gb seconda dose in ritardo
L’Italia non deve seguire l’esempio della Gran Bretagna nel ritardo nella somministrazione della seconda dose di vaccino “sarebbe un errore”. Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Istituto Humanitas di Milano e professore emerito all’Humanitas University si dice sconcertato dai ritardi che rischiano di innescare una battaglia legale tra i governi europei e il colosso farmaceutico Pfizer.
“Se la consegna delle dosi dovesse slittare di alcuni giorni non ci sarebbe di che preoccuparsi”, “certo, se però si lasciassero passare mesi tra prima e seconda iniezione allora sì, ci sarebbe un problema serio. In questa vicenda dobbiamo sempre fare scelte guidate dai dati”, dice a Repubblica. “I vaccini bastati sul mRNA, come quelli Pfizer-Biontech o Moderna, sono stati progettati per essere somministrati in due dosi a distanza di circa venti giorni. La risposta primaria del nostro sistema immunitario è debole, ma viene rafforzata dal richiamo. Poi ci sono i vaccini che usano la tecnica dell’adenovirus (Oxford-AstraZeneca, Johnson&Johnson, Reithera), che fin dall’inizio sono stati pensati per la dose singola. Anche se il team di Oxford ha poi optato per aggiungere una seconda dose”.
La decisione del Regno Unito di dare una dose alla maggior platea possibile ritardando la seconda “è un azzardo dettato da una situazione drammatica. Non parlo per sentito dire ma perché ne ho una percezione diretta: mio figlio e mio nipotino vivono a Londra. Chi non ha persone care in Inghilterra non può immaginare cosa stia accadendo”.