Gravissima battuta d’arresto per la campagna vaccinale anti-Covid. A causa di un errore umano, 15 milioni di dosi del vaccino di Johnson&Johnson sono state rovinate e non sono più utilizzabili. L’incidente è avvenuto in uno stabilimento di Baltimora, negli Usa, di proprietà dell’azienda Emergent BioSolutions che, secondo documenti ottenuti dall’Associated Press, è stata più volte citata dalla Food and Drug Administration, l’autorità di regolamentazione dei farmaci statunitense, per diversi problemi che vanno da dipendenti poco addestrati a fiale fallate e muffe nelle strutture.
I lavoratori dello stabilimento, che produce due vaccini contro il coronavirus J&J e AstraZeneca, hanno accidentalmente fuso gli ingredienti di entrambi diverse settimane fa. L’errore non ha influito direttamente sulle dosi di Johnson&Johnson attualmente fornite e utilizzate a livello nazionale, che sono state prodotte nei Paesi Bassi, ma sulle future spedizioni. La fabbrica – spiega LaPresse – non era infatti ancora stata approvata dalla Fda, quindi l’incidente non ha coinvolto nessun vaccino in circolazione. I funzionari federali hanno assicurato che l’errore non impedirà agli Usa di raggiungere l’obiettivo prefissato dal presidente Joe Biden di vaccinare 200 milioni di persone entro la fine di maggio.
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L’incidente ha imbarazzato il colosso statunitense il cui farmaco è considerato cruciale per le campagne di vaccinazione in tutto il mondo, sia perché è monodose, sia perché può essere spedito e conservato a temperature di refrigerazione standard. L’azienda si è inoltre impegnata a vendere il vaccino senza scopo di lucro, ma solo durante l’emergenza pandemica. Un portavoce di J&J ha dichiarato che la società ha raggiunto l’obiettivo di consegne di fine marzo, e che prevede ancora di fornire più di 1 miliardo di dosi di vaccino a livello globale entro la fine dell’anno, di cui 100 milioni entro la fine di giugno.