Il Ministero dell’Istruzione, tramite l’Usr del Lazio, ha chiesto un approfondimento sul caso scoppiato al liceo Socrate di Roma, in cui la vicepreside avrebbe invitato le alunne a non indossare abiti succinti (minigonne, ecc.), perché “ai professori gli cade l’occhio”.
I banchi infatti sono stati tolti per rispettare il distanziamento e si è in attesa dell’arrivo di quelli monoposto ma le gonne troppo corte, secondo la docente, attirerebbero gli sguardi dei professori e dei compagni di sesso maschile.
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Alla presunta richiesta della vicepreside, è seguita la protesta delle studentesse e oggi si sono presentate in massa in minigonna ed hanno affisso cartelli di denuncia contro il sessismo.
“Non è colpa nostra se gli cade l’occhio #stopallaviolenzadigenere”, si legge su un cartello appeso tra i corridoi, la foto del cartello ha fatto il giro del web.
Le parole del Presidente Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli
“E’ ovvio che le studentesse e gli studenti debbano frequentare le lezioni con un abbigliamento decoroso, in segno di rispetto verso l’Istituzione che la scuola rappresenta e verso sé stessi.
Non è però condivisibile che la motivazione posta alla base di tale doverosa condotta faccia riferimento a un ipotetico e deprecabile voyeurismo dei docenti (uomini).
Docenti che, peraltro, svolgono un importante ruolo educativo”. Lo dice il presidente dell’Associazione nazionale presidi, Antonello Giannelli.
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“Si deve evitare – spiega il dirigente sindacale – che, a causa di un evidente e marginale incidente comunicativo, la categoria dei docenti sia percepita dall’opinione pubblica in maniera distorta e degradata e che il liceo Socrate venga erroneamente rappresentato come presidio di una cultura oscurantista.
L’episodio dimostra, una volta di più, quanto sia fondamentale utilizzare le parole correttamente e consapevolmente”.