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Volano le dimissioni in diretta social con l’hashtag #Quittok


Sta diventando sempre più virale il fenomeno delle dimissioni via social tramite l’hashtag #Quittok. A quanto pare tutto sarebbe partito da un gruppo di dipendenti di un McDonalds nel Regno Unito, e da allora tante persone avrebbero cominciato ad aderire, licenziandosi in tronco alla medesima maniera. I giovani, in particolare, avrebbero sposato questo metodo.

Hashtag 400 milioni di visualizzazioni

social sono entrati a tal punto nella nostra vita che ora vengono impiegati anche per comunicare la propria intenzione di lasciare il posto di lavoro. Gli hastag #quitmyjob e #quittok hanno raggiunto insieme il numero complessivo di 400 milioni di visualizzazioni.

Ma in cosa constiste questo metodo alternativo di licenziamento? Per la maggior parte sono i giovani a ricorrere a questa pratica. Si tratta, in sostanza, di dimissioni in diretta video. In particolare su TikTok, social cinese molto amato dai millennials. Da qui, appunto, il nome “Quittok”.

A lanciare la moda è stato, come abbiamo detto in precenza, un gruppo di dipendenti del McDonalds, nel 2021. Tutti quanti decisero di dare le loro dimissioni durante una giornata lavorativa. Gli episodi, da allora, si sono moltiplicati. Prendendo visione di alcune dimissioni social si apprendono tante storie diverse, perché tante sono le persone che hanno deciso di dare un taglio a un rapporto di lavoro problematico, o non più soddisfacente. Ognuno ha le sue ragioni. Qualcuno piange, altri non riescono a trattenere il sorriso, altri ancora attendono il momento con le mani che tremano.

Tante storie diverse

Parlando con la Bbc, la 29enne Marisa Jo Mayes racconta che da tempo il lavoro era divenuto il suo pensiero fisso, tanto da averle provocato problemi di salute causati dallo stress. “Avevo mostrato su TikTok molto del mio percorso personale. Mi è sembrata una cosa normale da fare dato che si trattava di un passo importante della mia vita”, spiega. “Per ogni persona che mi critica, ce ne sono 10 che prendono ispirazione da quello che faccio”, aggiunge.

Ci sono poi anche persone che dicono che, pur avendo un lavoro ben retribuito, non riuscivano più a sentirsi felici. Alcuni affermano addirittura di essersi sentiti miseri. C’è stato anche qualche dipendente che non si è limitato a dare le proprie dimissioni in diretta, ma anche a riprendere la reazione del suo capo.

@itsmarisajo It’s like an elephant took its foot off my chest, but I’m also sad. Onward & upward 🤍 #quittingcorporate #quittingmyjob #HelloWinter #9to5problems ♬ Dog Days Are Over – Florence & The Machine

Come si spiega il fenomeno

Tess Brigham, psicoterapeuta californiana, ha studiato il fenomeno e cercato di fornire una spiegazione. I licenziamenti su TikTok avvengono perché ormai i giovani hanno eletto i social come loro mezzo favorito di comunicazione.

Ormai viene ripreso e mostrato tutto, anche momenti privati della propria vita, quindi non è strano che anche le dimissioni avvengano in questo modo. Lavori spesso sottopagati, o il sentirsi poco realizzati, portano i giovani a decidere di staccare la spina.

«Mi sono licenziata perché non ce la facevo più. Guadagnavo bene e avevo a che fare con i migliori del settore, ma mi sentivo misera». Sono di questo tenore gli sfoghi in cui ci si imbatte sempre più spesso su TikTok. Ma non ci sono solo i resoconti. C’è chi mostra in diretta il momento in cui si licenzia: «Guardate la faccia del mio capo quando glielo dico». Questi video sono spesso accompagnati da un hashtag. È #quittok, che sfruttando la formula ormai tradizionale unisce la parola chiave del fenomeno che descrive alla parte finale del nome della piattaforma che ne ospita il racconto. Mani che tremano, lacrime, e un senso di liberazione sono quello che spesso segue il momento in cui gli utenti, spesso giovani, rassegnano le proprie dimissioni. E il fenomeno non è di nicchia. L’hashtag #quittok ha già raggiunto 38 milioni di visualizzazioni#quitmyjob, invece, ne ha quasi 360 milioni. Ma cosa spinge gli utenti a condividere questi momenti? A raccontare la loro esperienza?

«Ero troppo stressata. Mi è sembrato naturale condividerlo»

Tra le ragioni che li ha spinti a lasciare il posto di lavoro, molti menzionano il burnout, la pressione,: «Non riuscivo a pensare ad altro oltre al lavoro, e combattevo contro problemi di salute indotti dallo stress», racconta Marisa Jo Mayes, 29enne statunitense, alla Bbc. Circa la ragione di condividere il video, Mayes dice semplicemente: «Non è stata una decisione vera e propria, più che altro faceva parte della mia routine. Avevo mostrato su TikTok molto del mio percorso personale. Mi è sembrata una cosa normale da fare dato che si trattava di un passo importante della mia vita». Nei commenti si leggono frasi di incoraggiamento – «Congratulazioni! Sogno di farlo un giorno» – ma anche critiche – «Sei solo una millenial presuntuosa che si merita di essere disoccupata», le dice qualcun altro. Mayes non sembra soffrire particolarmente i commenti negativi. «Per ogni persona che mi critica, ce ne sono 10 che prendono ispirazione da quello che faccio», dichiara.

@annamsutter Let me know if you wanna know more! #quittok #greatresignation #teacherquittok ♬ original sound – Anna Sutter

Cosa c’è alla base del fenomeno?

Secondo la psicoterapeuta californiana Tess Brigham, il fatto che i giovani decidano di mostrare questi momenti su TikTok non è altro che una conseguenza del modo di comunicare a cui sono abituati. I millenial e, più di loro, la Generazione Z semplicemente stanno al mondo in questo modo. «Se cresci con l’abitudine di registrare momenti della tua vita e condividerli, è abbastanza naturale che tu voglia mostrare anche i grandi passi». Detto ciò, Brigham è convinta che ci sia un cambio di approccio generazionale al lavoro che accompagna il fenomeno. «I millenial e i Gen Z hanno visto i loro genitori soffrire la crisi economica del 2008 e perdere i loro posti di lavoro, anche quelli nelle grandi aziende considerate sicure. Oppure li hanno visti accontentarsi di stipendi più bassi», spiega l’esperta.

Qualcuno da cui prendere ispirazione

Ora molti giovani si trovano nella condizione di dover lavorare per paghe insufficienti. Le loro prime esperienze lavorative, poi, hanno subìto l’influenza della pandemia, con il risultato che alcuni di loro non hanno mai messo piede in un ufficio. L’insieme di questi fattori fa sì che la Gen Z in particolare dia priorità alla salute mentale, alla felicità e agli ambienti lavorativi positivi. Di conseguenza, per loro vedere qualcuno che si licenzia da un «posto di lavoro tossico» costituisce un contenuto da cui sentirsi ispirati. Brigham aggiunge che non è chiaro in che modo l’aver postato questo genere di video online possa influire sulle opportunità lavorative di chi lo fa. L’esperta, inoltre, è convinta che la pratica possa incrementare la trasparenza delle compagnie e delle aziende.

@tiffknighten Here’s your sign to quit your toxic job #thegreatresignation #millennialsoftiktok #millenialtok ♬ Crowd Cheers – Johnny Buchanan

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