Si potrà visitare uno spazio dedicato al mondo dei sub voluto dall’archeologo Sebastiano Tusa. Apre le porte Palazzo Francavilla, affacciato sul Teatro Massimo e Palazzo Asmundo, dove assaporare un aperitivo con vista sulla Cattedrale. Tornano i voli in piper dall’aeroporto di Boccadifalco
Si potrà volare sulla città o scoprire un museo speciale dedicato al mondo sommerso. E ancora perdersi tra migliaia di maioliche storiche, visitare un palazzo sfarzoso con vista sul Teatro Massimo o assaporare un aperitivo ammirando la Cattedrale. Sono cinque le esperienze in programma nel primo weekend del Genio di Palermo, che dopo il successo dello scorso anno, torna nei fine settimana dal 21 aprile al 7 maggio.
Il festival ispirato al nume laico della città – organizzato dalla Fondazione Le Vie dei Tesori e dall’Università di Palermo con partner Simua, Comune di Palermo, Soprintendenza ai Beni culturali, Città metropolitana e Amap, e i tanti privati che partecipano al progetto – diventa una caccia al tesoro nel segno della creatività e del talento, attraverso visite, esperienze e passeggiate (qui il programma completo).
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Sono 21 le esperienze del festival e questo primo weekend si comincia con cinque appuntamenti che si ripeteranno nel corso del festival. Sabato e domenica, dalle 10,30 alle 12,30 e dalle 15,30 alle 17,30, tornano i voli a bordo del piper quadriposto in partenza dall’Aeroclub Palermo di Boccadifalco (qui per prenotare). Questa volta il fil rouge sarà proprio il nume tutelare della città, dal momento che si sorvoleranno (alla minima quota prevista per i voli civili) i luoghi del Genio, e dunque Villa Giulia, piazza Rivoluzione, Palazzo delle Aquile, per poi proseguire verso Mondello e ritornare a Boccadifalco. E sarà anche un modo per scoprire il genio di Leonardo e i suoi studi sui principi del volo.
Sabato alle 11 si potrà visitare per la prima volta un luogo poco conosciuto della città: il Museo della Subacquea, piccolo spazio che occupa l’ex cappella dell’Arsenale (all’entrata dei Cantieri Navali) e dove ci si muove tra mute, erogatori, pinne e bombole, macchine fotografiche subacquee, persino uno scafandro (qui per prenotare). Uno spazio voluto dall’archeologo Sebastiano Tusa, nato formalmente nel 2012 e finora tenuto in vita da un folto gruppo di appassionati. Sarà il presidente Franco Genchi a guidare la visita tra attrezzature degli anni ’50, le prime mute da sommozzatori, respiratori ad ossigeno, erogatori bombole ad aria compressa, le prime maschere e le primissime pinne degli anni ’30. E ancora, le macchine fotografiche da sub, gli scarponi pesantissimi dei palombari, persino le licenze del dopoguerra e un Rov, robottino a comando remoto.
Sempre sabato, dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 19, apre le porte Palazzo Francavilla, dimora nobiliare che si affaccia sul Teatro Massimo (qui per prenotare). Alla fine dell’Ottocento sorgeva al di là di Porta Maqueda, appena fuori dal centro storico. Fu acquistato nel 1801 da Saverio Oneto e Gravina duca di Sperlinga, aristocratico della cerchia intima dei Borboni, che per motivi di salute era stato costretto a trasferirsi “in campagna”. Ma non volle rinunciare alla sontuosità e incaricò artisti come Velasco, Patania e Carta di affrescare i salotti. Nel 1893 Luigi Majorca di Francavilla, erede dei duchi di Sperlinga, chiamò invece Ernesto Basile che disegnò i mobili, le vetrine, e contribuì alla biblioteca. Le volte dei salotti su piazza Verdi furono dipinte da Rocco Lentini, Luigi Di Giovanni e Giuseppe Enea e impreziosite dai medaglioni di Benedetto Civiletti, Antonino Ugo e Mario Rutelli.
Sia sabato che domenica, dalle 17 alle 20, una visita speciale all’interno della casa-museo “Stanze al Genio” a Palazzo Torre Pirajno, in via Giuseppe Garibaldi (qui per prenotare). Nelle affascinanti sale settecentesche, la ricca collezione di antiche mattonelle di maiolica illustrata dal proprietario Pio Mellina e dal restauratore Sansone che ne sta curando l’accurato recupero. Circa cinquemila esemplari di raffinata arte, dalla fine del Quindicesimo secolo agli inizi del Ventesimo. Girando tra raffinati arredi, affreschi e pavimenti del tardo Settecento, non mancheranno altre sorprese: collezioni minori di oggetti di cancelleria, di scatole di latta e perfino di giocattoli.
Infine, domenica alle 12, un aperitivo che è un’immersione in una genialità gastronomica, lo street food, il cibo “ingegnoso” dei palermitani (qui per prenotare). Si potrà gustare a Palazzo Asmundo, tra alabarde, armi, maioliche del Diciottesimo secolo, ceramiche dell’Ottocento, cartoline e carrozze, ammirando la Cattedrale su cui si affaccia il palazzo nobiliare.