Matteo Berrettini scrive la storia del tennis italiano a Wimbledon. L’azzurro ha battuto in semifinale il polacco Hubert Hurkacz ed è il primo tennista italiano a riuscirci nella storia ultrasecolare del torneo inglese. Sul campo centrale, si è sbarazzato dell’avversario in quattro set, col punteggio 6-3, 6-0, 6-7, 6-4. Domenica affronterà il vincitore dell’altra semifinale, fra il numero uno del mondo Novak Djokovic e Denis Shapovalov.
Matteo Berrettini ha per lunghi tratti dominato la partita, grazie soprattutto al suo micidiale servizio (22 ace), che non ha mai ceduto all’avversario. Il polacco ha provato ad opporre resistenza nei primi giochi, poi l’azzurro ha dilagato, vincendo 11 giochi di fila, e imponendosi nel secondo set con un secco 6-0. Nel terzo set Hurkacz è stato però bravo a reagire: ha cominciato a servire meglio e a salire a rete con continuità: il terzo set si è chiuso al tie-break, nel quale il polacco si è imposto grazie a un paio di errori di Berrettini. Nel quarto, pero’ l’italiano è riuscito a strappare il servizio in apertura all’avversario, poi ha amministrato il resto del set con un servizio perfetto.
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Non avrei mai nemmeno sognato una cosa del genere, perché è un sogno troppo grande e invece ci sono. E non ci sono altre parole”, ha detto Matteo Berrettini. “Non ho parole – ha detto a fine match – mi serviranno un paio d’ore per capire quello che è successo, ho giocato una grande partita, è arrivata la mia famiglia, c’è tutto quanto il team. Quando si gioca a questi livelli io cerco di essere al meglio dal punto di vista mentale, fisico, tattico, tecnico, pensavo di vincere il terzo set e l’ho perso, mi sono detto: bisogna reagire e la reazione è arrivata”.
Berrettini ha ricordato anche la sua prima partita sul campo centrale di Wimbledon, persa contro Federer. “Quella partita – ha detto – mi ha aiutato a tornare qui oggi. Adesso guarderò l’altra semifinale, ma ora ho bisogno di un giorno di riposo”. “Domenica sarà una grande giornata, spero che andrò ancora meglio: porto con me la bandiera dell’Italia, devo crederci”.