Un team di geologi australiani e neozelandesi hanno scoperto l’esistenza di un nuovo continente, “Zealandia”.
Un mistero geologico di straordinaria portata è stato svelato dopo essersi mantenuto segreto per innumerevoli millenni sotto le profonde acque dell’Oceano Pacifico. Parliamo di Zealandia, un continente sommerso, di cui solamente Nuova Zelanda e Nuova Caledonia emergono a rivelare la loro presenza. La sua scoperta scientifica risale solo al 2017, e in appena cinque anni è diventato il primo continente a essere completamente mappato, sia sopra che sotto la superficie oceanica. Questa impresa l’hanno realizzata grazie al meticoloso lavoro di un team di geologi provenienti dall’Australia e dalla Nuova Zelanda, che ha permesso di identificare una serie di caratteristiche sorprendenti di questo continente sommerso e di ricostruirne la storia evolutiva, partendo dal momento in cui faceva parte del supercontinente Gondwana, insieme all’Oceania e all’Antartide, fino alla sua separazione avvenuta circa 60 milioni di anni fa.
Zealandia, noto anche come Te Riu-a-Māui nella lingua maori, è costituito da una vasta piattaforma continentale che copre un’area di circa cinque milioni di chilometri quadrati, ma sorprendentemente il 95% di questa estensione giace attualmente sotto le acque dell’Oceano Pacifico. La sua identificazione come continente a sé stante è avvenuta nel 2017, grazie al lavoro degli stessi studiosi che hanno portato a termine la recente mappatura. Questa classificazione è stata basata su caratteristiche geologiche distintive che lo separano nettamente dai fondali oceanici circostanti. Successivamente, nel 2019, hanno effettuato una mappatura parziale concentrata sulla parte meridionale di questo straordinario continente.
Lo studio dei ricercatori sul nuovo continente Zealandia
Grazie al recente studio, il cui risultato lo hanno pubblicato nelle settimane scorse sulla rivista Tectonics, il puzzle è finalmente completo. I ricercatori hanno portato a termine la mappatura dell’area settentrionale di Zealandia, situata tra Nuova Zelanda, Nuova Caledonia e Australia, e in questo processo hanno fatto una scoperta fondamentale. Hanno identificato un’ampia regione soggetta a significativi fenomeni vulcanici, la cui presenza aiuta a spiegare le dinamiche che hanno portato alla separazione di Zealandia dall’antico supercontinente Gondwana. Tra 100 e 60 milioni di anni fa, questa intera area di confine tra l’attuale Zealandia e l’antico supercontinente si è trasformata in una zona estremamente attiva dal punto di vista vulcanico, svolgendo un ruolo cruciale nella separazione delle due masse continentali.
Wana Stratford, una geofisica dell’Institute of Geological and Nuclear Sciences Limited che ha partecipato alla ricerca, spiega che fino a oggi, il ruolo del magma nel processo di frammentazione di Gondwana lo hanno ampiamente sottovalutato.
Le antiche colate di lava individuate nella nuova mappatura coprono un’area estesa di circa 250.000 chilometri quadrati, pari all’intera superficie della Nuova Zelanda, e attraversano l’intero continente di Zealandia.
In aggiunta a questo, la mappatura ha anche rivelato la presenza di un substrato di granito formatosi tra 250 e 100 milioni di anni fa, che si estende per tutta la lunghezza di Zealandia.
Questa classificazione rimane tuttavia oggetto di dibattito, poiché non esistono criteri scientifici universalmente accettati per la definizione di un continente, né un organismo incaricato di prendere tale decisione.
Pertanto, gli autori di questa nuova ricerca affermano che proseguiranno nello studio delle caratteristiche e dei misteri di Zealandia, con la speranza che il loro lavoro contribuisca a diffondere la conoscenza di questo continente sommerso tra il pubblico e, eventualmente, a spingere l’intera comunità scientifica a riconoscerne l’esistenza.