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«Zona rossa rafforzata»: Il governo studia un nuovo lockdown nazionale, ecco le ipotesi

Una chiusura di qualche settimana per dare vita ad una sorta di super zona rossa nazionale in modo da frenare la nuova ondata di contagi e potere anche dare una accelerata fortissima alle vaccinazioni. Tutte le ipotesi al momento in campo.

L’Italia viaggia verso un nuovo lockdown in Zona rossa nazionale?

Dall’entrata in vigore del nuovo Dpcm, il primo del governo Draghi, con la curva dei contagi coronavirus che sale sulla spinta dell’accelerazione della variante inglese e l’aumento del carico sulle terapie intensive si delinea una nuova stretta. Nel pomeriggio, intorno alle 17, dovrebbe riunirsi la cabina di regia per definire le nuove misure, che potrebbero scattare già da venerdì. Una nuova stretta che potrebbe essere caratterizzata da soluzioni quali il recupero del “modello Natale” (ovvero fascia rossa per tutti nei giorni festivi e arancione in quelli feriali) o il coprifuoco anticipato alle 19, almeno per questo mese. O ancora la chiusura dei negozi laddove sono già chiuse le scuole, per evitare che i ragazzi passino dalle lezioni in dad al mattino agli assembramenti nel pomeriggio.

Pesano quelle parole che nell’ultima riunione il Comitato tecnico scientifico ha fatto mettere a verbale: la «grande preoccupazione» per l’evoluzione della pandemia, è il messaggio lanciato dagli esperti in quell’occasione, richiede «l’innalzamento delle misure su tutto il territorio nazionale» e la «riduzione delle interazioni fisiche e della mobilità». E pesa la considerazione del ministro della Salute Speranza, il quale ha posto l’accento sul fatto che «le prossime ore non saranno facili, serve prudenza».

Lockdown nazionale, Italia super zona rossa?

Allo studio del governo ci sarebbe la possibilità di dare vita a una super zona rossa con anticipo del coprifuoco con un lockdown nazionale e totale di almeno tre settimane per cercare di frenare l’indata dei contagi. Sono tante le opzioni sul tavolo del governo che al suo interno ha posizioni molto eterogenee ed è diviso tra rigoristi e posizioni più aperturiste. 

Le opzioni che al momento sembrano essere presenti sul tavolo del governo sarebbero le seguenti:

  1. dare vita ad un lockdown totale con una zona rossa nazionale per tre o quattro settimane;
  2. dare vita ad una zona nazionale arancione scuro per un mese per tutto il paese
  3. attivare una zona rossa nazionale solo nei fine settimana
  4. dare vita ad un coprifuoco anticipato (alle 18 o alle 19 ad esempio e non più alle 22) in tutta Italia.

Entro la giornata di venerdì si dovrà prendere una decisione. Il Comitato Tecnico Scientifico ha emesso un verbale che è presente sulla scrivania del presidente del Consiglio Mario Draghi in cui si sottolinea la necessità di arrivare ad una riduzione delle interazioni fisiche e della mobilità e un rafforzamento delle misure su tutto il territorio nazionale. Il Cts invita anche a riflettere su scuole, centri commerciali e altri luoghi di assembramento. 

Le ipotesi in campo sul tavolo del Governo

Come detto la composita maggioranza che sostiene il Governo Draghi non  ha posizioni univoche sul tema. Occorrerà trovare la giusta sintesi tra aperturisti e rigoristi. La zona rossa nazionale potrebbe essere per un periodo di 3 o massimo 4 settimane e interesserebbe tutto il territorio nazionale. In questa maniera ci sarebbe uniformità e non sarebbero i presidenti di Regione a dovere decidere dove e come chiudere. Questo fatto avrebbe l’obiettivo di limitare la diffusione del virus e allo stesso tempo rafforzare la campagna di vaccinazione. 

Se si optasse per una zona arancione scura rafforzata magari anche con coprifuoco anticipato rispetto alle 22 attuale potrebbe durare sempre tre o quattro settimane ma in questo caso si potrebbero chiudere tutte le scuole ad eccezione di quelle dell’infanzia. 

L’ipotesi di lockdown e zona rossa solo nei fine settimana consentirebbe di neutralizzare le giornate in cui si effettuano più assembramenti e le strade si riempiono.

La decisione dovrebbe arrivarre entro venerdì 12 marzo

Sulla base dei dati che arriveranno in questi giorni l’esecutivo prenderà la decisione finale. Entro il 12 marzo con ogni probabilità ci sarà un nuovo provvedimento che entrerà in vigore da lunedì 15 marzo.

Sono in programma riunioni continue poi il premier Draghi insieme a utte le forze di maggioranza prenderà la decisione finale. E’ chiaro che se zona rossa nazionale sarà occorrerà in parallelo dare un’accelerata enorme al piano di vaccinazione. 

Il punto del ministro della Salute Roberto Speranza sul lockdown

Il ministro della Salute Roberto Speranza è intervenuto al programma di Lucia Annunziata su Rai 3. Speranza nel corso della trasmissione ha detto di “escludere il lockdown perchè ci sono differenze importanti nella diffusione dell’epidemia in tutto il territorio nazionale”.

Ma ritiene inevitabile una nuova normativa all’insegna delle limitazioni soprattutto per la presenze delle varianti. Con, in particolar modo, quella inglese che si diffonde a grande velocità. Speranza sarebbe per un monitoraggio della curva e per dare vita a misure più adeguate alle crescite nelle varie zone. 

Le parole del ministro degli Esteri Luigi Di Maio

Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio in un post su Facebook:

In questo momento il problema numero uno per tutti deve essere la pandemia. Nelle ultime 24 ore in Italia abbiamo registrato oltre 20.000 nuovi casi, con un tasso di positività che sale al 7,6%. Servono misure più rigide come sta chiedendo anche il comitato tecnico scientifico. Purtroppo, come stiamo vedendo anche in questa nuova fase politica, non ci sono alternative a misure più rigide, perché se è vero che ci siamo abituati alla convivenza con il virus, è altrettanto vero che questa ondata è provocata da nuove varianti che stanno preoccupando tutta Europa e vanno contenute.

L’analisi del presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini

Ha preso la parola su Facebook anche il presidente della Regione Emilia Romagna Stefano Bonaccini. Emilia Romagna regione con situazioni molto diversificate tra loro con molte zone rosse, alcune realtà in arancione scuro e alcune province in arancione. 

“La prossima settimana – scrive Bonaccini – arriveremo a 500mila dosi somministrate in Emilia-Romagna. Ad oggi 150mila persone sono state vaccinate definitivamente e altre 300mila sono in attesa della seconda dose. Ad aprile dunque supereremo il mezzo milione di persone vaccinate con seconda dose in regione. Ma la nostra organizzazione può arrivare a somministrare oltre un milione di dosi a mese, se soltanto queste fossero a disposizione. Dall’incontro che ieri abbiamo avuto come Conferenza delle Regioni con i ministri Gelmini e Speranza, il capo della Protezione Civile, Curcio, e il nuovo commissario per l’emergenza, il generale Figliuolo, è uscito rafforzato l’impegno del governo per una decisa accelerazione della campagna vaccinale, da attuare in tempi rapidi”.

“E abbiamo invitato il Governo a percorrere tutte le strade per autorizzare nuovi vaccini da affiancare a quelli già utilizzati, nel rispetto ovvio dei parametri di sicurezza. Il virus ha rialzato la testa, attraverso le cosiddette varianti, molto più aggressive e gli ospedali registrano un numero molto alto di ricoverati in pochissimi giorni. Dunque non c’è un minuto da perdere. Servono certezze sulle forniture e sulla loro distribuzione. Nuovi tagli unilaterali non sarebbero accettabili e bene ha fatto il presidente Draghi a imporsi per bloccare l’esportazione dall’Italia ad altri Paesi di dosi AstraZeneca.

Abbiamo poi rinnovato la richiesta affinché si verifichi la reale fattibilità di produrre in Italia vaccini già autorizzati ed esplorare la possibilità di acquistarne di nuovi: come quello di Johnson & Johnson, per cui c’è bisogno di velocizzare le procedure di validazione. E’ fondamentale anche chiarire una volta per tutte le modalità di ulteriore utilizzo di AstraZeneca, e quali siano le fasce di popolazione o le categorie che vanno vaccinate prioritariamente, compito specifico e urgente in capo dello Stato.” 

La riflessione dell’infettivologo del Sacco Massimo Galli

L’infettivologo del Sacco Massimo Galli sostiene che le regioni che non sono ancora in zona rossa ci finiranno presto. Per Galli la situazione si sta facendo sempre più complicata e siamo sempre all’inseguimento del virus che corre. “È da dicembre che parliamo della variante inglese. Le scuole e i ritrovi di giovani sono stati un volano per la terza ondata. I ragazzi si ammalano meno degli adulti, ma con le varianti si contagiano di più e portano il virus a genitori e nonni. La catena del contagio sta arrivando ai più fragili”.

Si fanno sempre più insistenti le voci che chiedono di chiudere in un lockdown  e sarebbe l’ultima volta, usando bene questo tempo per poterci vaccinare tutti. Lockdown rigoroso e campagnia vaccinale massiccia è la voce che arriva da parte di diversi esponenti della comunità scientifica.

La situazione attuale dei colori dell’Italia Regione per Regione

L’Italia intanto da oggi 8 marzo ha cambiato alcuni colori. La Campania è passata in rosso e si aggiunge così a Basilicata e Molise. Friuli-Venezia Giulia e Veneto, poi, passano in arancione dove trovano Abruzzo, Emilia Romagna, Marche, Piemonte, Umbria, Toscana e le province di Bolzano e Trento.

Anche se alcune zone di Emilia Romagna, Toscana e Marche sono in rosso. Lazio e Liguria restano gialli, (anche se nella prima regione ci sono Comuni in zona rossa), come Calabria, Puglia, Sicilia e Valle d’Aosta. La Sardegna è unica regione italiana in zona bianca.


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