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Le Università post Covid sono ancora deserte, 1 su 2 segue in Dad: “Studenti troppo pigri”


Il ritorno in aula degli universitari italiani va a più velocità. Se ci sono Università che hanno basato i prossimi semestri maggiormente sulla presenza (come Unipa), altre credono fortemente nella modalità mista. Questo accade soprattutto al Nord.

Infatti coloro che frequentano gli atenei del Nord e mantengono per esempio una residenza al Sud, preferiscono continuare con le lezioni a distanza. Le nuove regole Covid applicate nei dipartimenti hanno riattivato la possibilità della presenza e i rettori invitano a partecipare alla vita accademica “con la mascherina e a un metro di distanza“, come detto anche dal rettore dell’Università di Palermo Massimo Midiri.

Il seguito alle loro esortazioni è stato, fin qui, scarso in molti atenei italiani. I docenti universitari italiani si lamentano che per troppi studenti la scelta di seguire da casa sia semplicemente “una pigrizia“. A portare in auge il problema è il quotidiano la Repubblica, che ha contatto tutti gli atenei d’Italia: da Venezia a Palermo, da Milano e Foggia.

A Milano la Dad sembra ormai diventata indispensabile. “Chi vive lontano è restio a prendere un affitto in questo clima di perdurante incertezza- racconta Cristiano Nicoletti, direttore generale della Bicocca- i pendolari lombardi trovano più comodo restare a casa, ma su questo mancato rientro pesano senz’altro motivazioni di tipo psicologico. Le segnalazioni di disagio in ateneo sono triplicate e sul tema abbiamo allestito progetti specifici”.


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Le Università post Covid sono ancora deserte, 1 su 2 segue in Dad

A Foggia addirittura la situazione è simile a quella di un ateneo telematico, almeno secondo l’ordinario Sandro del Nobile: “Decide lo studente cosa vuole fare. Il rettore ci chiede di registrare le lezioni e di tenerle a disposizione degli studenti online, per un intero anno accademico. Ci siamo trasformati, nei fatti, in una vera e propria università telematica“.

Alla Sapienza di Roma, la docente Maria Cristina Marchetti denuncia che in un corso di Scienze Politiche da 250 studenti solo 6 seguono in presenza la regolare lezione. “Gli studenti non li vediamo più neppure da remoto. Per noi docenti che siamo obbligati ad andare fisicamente in aula, inizia a diventare anche offensivo. L’ultima volta che li ho invitati a venire in aula mi sono sentita rispondere: ‘Professoressa, oggi piove'”.

Non segnala significative perdite di frequenza l’Università di Palermo “Pochi studenti hanno fatto ricorso alla lezione a distanza”. Ma spesso l’ateneo -in base alle segnalazioni arrivate al sito Younipa- risulta essere vuoto. Sarà una strada di non ritorno?


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A proposito dell'autore

Mi chiamo Morana Alessandro, classe 2000, palermitano. “non aver paura di sbagliare un calcio di rigore. Non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore”